“ il tuo cristo è ebreo. la tua democrazia greca. il tuo caffè brasiliano. la tua vacanza turca. i tuoi numeri arabi. il tuo alfabeto latino. solo il tuo vicino è straniero." — 1994, manifesto sui muri di Berlino

martedì 30 marzo 2010

MEMORIE PARTIGIANE: L'ECCIDIO

l'eccidio
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domenica 21 marzo 2010 alle ore 23.53
Fummo attaccati dai nazifascisti i quali avevano circondato tutta la zona, le nostre guardie dettero l’allarme. Fuggimmo verso Vestignano, secondo il nostro comando era la via da farsi in caso di pericolo, invece trovammo i tedeschi ad attenderci. Guidati sotto la minaccia delle armi ci riportarono a Montalto, avevano preso anche quelli che alloggiavano nella scuola ed altri compagni lungo la strada. Li vedo avanzare feriti, sanguinanti…uno dietro l’altro con le mani alzate e lo spavento in volto…perdonatemi, non è facile descrivere quei momenti… da anni e anni vedo davanti a me quel doloroso spettacolo, non auguro a nessun essere umano vivere momenti similiTre fascisti e due tedeschi formano il plotone d’esecuzione. Dopo breve interrogatorio, per primo viene fucilato il Ten. Manlio Ferrari, poi i suoi gregari. Il Ten. Barilatti, sentendo piena la sua responsabilità di capo, abbraccia uno per uno tutti. Nel vedere che i fratelli uccidono i fratelli, grida coraggiosamente…"Uccidete me, ma non questi giovani innocenti, venuti da poco tempo in montagna, senza armi, presi a tradimento!"....Quattro a quattro vengono spezzate giovani vite, qualcuno non morto con la scarica dei mitragliatori si lamenta pietosamente: i fascisti impietriti lo finiscono a colpi di pistola!..Nessun essere umano può capire cosa si prova in quei momenti…prendere i tuoi compagni fucilati, gettarli nella scarpata ed attendere il tuo turno mentre riecheggiano e si mescolano le grida del Tenente Barilatti, dell’ufficiale fascista che con la sua voce tonante ordina di continuare: continuate! Continuate! E poi…poi una voce, una voce nuova, quella dell’ufficiale tedesco che grida: alt!alt! E vedo ancora l’ultimo gruppo che viene fucilato e gli esecutori che ridono, ridono, ridono orgogliosi, come il lupo che divora l’agnello!...non posso continuare…è uno strazio per me ricordare…ero con gli ultimi quattro e quell’alt! Ci ha salvato!

E' stata tua la colpa...nota stampa dell'on. d'alema

Nota stampa dell'on. D'Alema

Bologna, Osteria della bovazza li 30/03/2010


"Cari inferiori,
dopo un'attenta disamina dei risultati delle elezioni io, Gino Traballa, noto somellier, e l'autorevole Sergione Chiazzi detto lo schiacciapatate siamo giunti alle seguenti conclusioni.
E' chiaro e lampante a ogni persona di buon senso, che le elezioni sono state viziate da gravi irregolarità, non essendo stata ammessa al voto la lista degli amici del popolo della libertà nel Lazio e ammessa quella di Grillo nel Piemonte. Ci rivolgeremo al TAR perchè annulli questo scempio della democrazia e ripristini lo stato di diritto...che non si dica che abbiamo perso barando!
Ci rivolgiamo, seppure riluttanti al capo dello Stato, perchè ci aiuti a riportare un clima civile in Italia,anche a costo di smettere di firmare qualunque cosa.
Io ho la coscienza a posto e il mio dovere l'ho fatto fino in fondo, poteva andare meglio, ma sono stato osteggiato a tutti i livelli, come dimenticare quello che è accaduto in Puglia, dove il mio uomo è stato silurato per far posto a Vendola...o in Campania dove il molisano ha contestatola candidatura di quel brav'uomo di De Luca, oppure la ricandidatura di Lojero in Calabria...la Bonino nel Lazio non era di certo ben vista dai miei amici dell'Opus Dei, che me l'hanno fatto notare inviandomi una testa di agnello in un giornale...io avevo proposto la Binetti...ma loro no...e poi l'ho detto a Pierluigi e due righe al tedesco in segno di solidarietà scrivile anche tu...no...no...cerchiamo di confrontarci con Berlusconi sul suo stesso livello politico...dai due colpi alla tua dentista e poi la candidi a Senigallia...ma lui subito a rispondere che il suo dentista era uomo...allora gli ho proposto di assumere Provenzano come custode...niente...chiama il call center della Rai e minacciali di non andare più a san Remo se non la smettono di parlare bene di Berlusconi...Vai al bar e paga senza farti fare lo scontrino...portati appresso nei comizi un paio di russe e prendi per il culo Buttiglione...Brucia al mercato di Mantova i 123 decreti legge dei governi berlusconiani....distribuisci sapone per le mani di chi ha toccato Cota durante i suoi comizi...trombati la figlia diciassettenne del custode del tuo PALAZZO...CAZZO!!! E' questa la politica che piace agli italiani....rampante e intraprendente...alle cinque di mattina Silvio non va davanti ai cancelli della Fiat, alle cinque di mattina è alla terza boccia di Dom Perignon e alla seconda escort...Divorzia da tua moglie e parla di valori cattolici e famiglia...Sei l'immagine della tristezza, vivi in un trilocale arredato a Borgo Panigale...e guardati...fatti un trapianto di capelli...pensate che non glielo abbia detto...ma lui niente... così adesso mentre l'unto timorato di Dio starà adempiendo allo ius primae noctis con la Polverini e la Carfagna, lui sta guardando a casa delle repliche di quark...
A questo punto non mi resta che tornarmene a lavorare duramente al Copasir ( a proposito, qualcuno di voi sa dirmi la capitale del Botswana...sono tre settimane che facciamo riunioni ma quel cazzo di cruciverba non riusciamo a risolverlo..) e penserò a nuove mosse per sconfiggere Berlusconi tra tre anni alle prossime amministrative, questa è una promessa che vi faccio, io starò sempre al vostro fianco, cari sub-umani,e a quello del mio partito, il glorioso ...come ci chiamiamo?...simpaticamente vostro Max"

NdR: Condivido in toto le parole del Leader Maximo, è tutta colpa di Bersani, della magistratura, di Napolitano, di Lippi e di Valerio Scanu che tromba in ogni luogo e in ogni lago,del Gabibbo e di Santoro...colgo l'occasione per inviare simpaticamente a cagare il conte Max.L'osteria della bovazza è un'osteria magica avvolta nella nebbia del mio cervello che appare e scompare ogni volta che ai nostri sinistrati serve un posto nascosto per tracciare nuove strategie se volete approfondire trovate la sua storia tra le last news di questo sito...amici miei come sempre, se vedemu

lunedì 29 marzo 2010

India, la resistenza degli ultimi

India, la resistenza degli ultimi
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Oggi alle 1.00
La famosa scrittrice indiana Arundathy Roy racconta a Democracy Now la guerriglia maoista degli indigeni che vivono nelle foreste dell'India centrale - Clicca sull'immagine per vedere il video dell'intervistaANJALI KAMAT: Trascorriamo il resto dell'ora con la famosa scrittrice indiana e attivista, Arundathy Roy, parlando della parte oscura e più vulnerabile dell'India. Un paese fiero che si vanta della sua fama di democrazia più grande del mondo. Nella lista dei miliardari pubblicata quest'anno da Forbes, la stampa indiana sottolineava con un certo orgoglio che due compatrioti sono entrati nella lista dei dieci uomini più ricchi del mondo. Nel frattempo, migliaia di truppe paramilitari e agenti di polizia indiani stanno combattendo una guerra contro i più poveri abitanti del loro paese, quelli che vivono nella cosiddetta Cintura Tribale. Le autorità indiano hanno dichiarato che più di un terzo della nazione, un'area in gran parte coperta da foreste e ricca di risorse minerarie, è parzialmente o completamente sotto il controllo dei ribelli maoisti, noti anche come Naxaliti. Il primo ministro indiano ha definito i maoisti "la più grave minaccia interna alla sicurezza del paese". Secondo le cifre ufficiali, negli ultimi sette anni di combattimenti sono morte circa seimila persone, oltre la metà dei quali civili. La nuova offensiva paramilitare governativa contro i maoisti è stata battezzata 'Operazione Battuta di Caccia'. All'inizio di marzo, il leader dell'insurrezione maoista, Koteswar Rao 'Kishenji', ha invitato la scrittrice Arundathy Roy, vincitrice del Booker Prize, per chiederle di fare da mediatrice nei negoziati di pace con il governo. (...)AMY GOODMAN: Arundathy Roy ha appena avuto la rara opportunità giornalistica di incontrare i guerriglieri armati nelle foreste dell'India centrale. Ha viaggiato per alcune settimane con gli insorti nel cuore dei territori maoisti e ha poi scritto un lungo reportage, appena pubblicato dalla rivista indiana Outlook, intitolato 'Camminando con i compagni'.Questa famosa scrittrice e attivista per la giustizia globale ci ha raggiunti qui a New York. Insignita nel 2002 del Cultural Freedom Prize della Fondazione Lannan, ha scritto diversi libri, tra cui 'Il dio delle piccole cose', vincitore del Booker Prize, e l'ultima raccolta di saggi, 'Quando arrivano le cavallette'. Arundathy Roy, benvenuta a Democracy Now! (...)Iniziamo da cosa sta succedendo nelle foreste indiane. Cos'è questa guerra che l'India sta combattendo contro la popolazione più povera, note come 'tribali', 'indigene', 'Adivàsi'? Chi sono i maoisti? Cosa succede laggiù? E tu come ci sei arrivata?ARUNDHATI ROY: E' una storia che va avanti da molto tempo. C'è una connessione con quello che accade in Afghanistan, in Waziristan, negli stati nord-orientali dell'India e in questa cintura mineraria che va dal Bangala Occidentale attraverso il Jharkhand e l'Orissa fino al Chhattisgarh: quello che in India è chiamato il Corridoio Rosso. E' interessante notare che tutto viene etichettato come 'rivolta tribale'. Ovviamente in Afghanistan essa ha preso la forma di una rivolta radicale Islamica. Mentre in India abbiamo una rivolta radicale di estrema sinistra. Ma si tratta solo di forme diverse di resistenza al medesimo attacco contro le popolazioni locali.Se si guarda una cartina dell'India, questa cosa chiamata 'Corridoio Rosso', coincide con la regione dove si trovano le popolazioni tribali, le foreste e le risorse minerarie. Negli ultimi cinque anni i governi di questi stati hanno firmato accordi per miliardi di dollari con le grandi imprese minerarie. E' interessante notare che molti di questi accordi sono stati firmati nel 2005. E a quel tempo il governo attuale era appena salito al potere, e il primo ministro, Manmohan Singh, dichiarò che i maoisti rappresentano "la più grave minaccia interna per la sicurezza dell'India". E fu molto strano che fece queste dichiarazioni proprio allora, perché i maoisti erano appena stati decimati nello stato di Andhra Pradesh: penso che ne abbiano uccisi qualcosa come 1.600. Ma nel momento in cui pronunciò queste parole, le azioni delle compagnie minerarie aumentarono di valore, perché, ovviamente, questo era un segnale che il governo era preparato a occuparsi della questione. E così iniziò l'assalto contro queste popolazioni tribali, che si concretizzò con la 'Operazione Battuta di Caccia', per la quale decine di migliaia di truppe paramilitari si stanno muovendo nelle aree tribali.Già prima di questa operazione, il governo aveva provato armato una sorta di milizia tribale, mandata nelle foreste del Chhattisgarh con il sostegno della polizia a bruciare un villaggio dopo l'altro: qualcosa come 640 villaggi sono stati spopolati. Questo piano applica le tattiche militari sperimentate dagli americani in Vietnam e dagli inglesi in Malesia che si basano sullo svuotare i villaggi costringendo le popolazioni a trasferirsi in insediamenti dove possono essere tenute sotto controllo così da rendere accessibili le foreste alle grandi imprese. E' quel che accadde in quest'area, in Chhattisgarh, che era abitata da 350 mila persone, di cui circa 50 mila sono state trasferite nei campi. Alcune a forza, altre volontariamente. Gli altri sono semplicemente scomparsi dai radar del governo, andando a lavorare in altri stati come immigrati. Ma molti hanno continuato a nascondersi nella foresta, impossibilitati a tornare nelle loro case, ma con la volontà di non abbandonare la loro terra. Il fatto è che in quelle regioni i maoisti ci sono da trent'anni, lavorando con le popolazioni locali. Questa non una resistenza che si è sviluppata per contrapporsi alle compagnie minerarie: è nata molto prima, per cui è molto radicata. L' Operazione Battuta di Caccia è stata decisa perché questa milizia, chiamata 'Salwa Judum', ha fallito. Stanno alzando il livello dello scontro perché gli accordi stanno aspettando, e le grandi compagnie minerarie non sono abituate ad aspettare. C'è un sacco di denaro che sta aspettando.Quando parliamo di "guerra di genocidio", non lo facciamo in modo leggero o retorico. Io ho viaggiato in quell'area e ciò che vedi sono le persone più povere di questa nazione, emarginate da ogni servizio statale, senza ospedali, senza scuole, senza niente. E ora c'è una specie di assedio, dove la gente non può uscire dai villaggi per comprare alcunché, perché i mercati sono pieni di informatori che segnalano che questa persona è con la resistenza e così via. Non ci sono dottori né presidi medici. La gente è estremamente affamata e malnutrita. Quindi non si tratta solo di uccidere persone o bruciare villaggi: stanno assediando una popolazione molto vulnerabile, tagliandola fuori dalle proprie risorse e ponendola sotto una minaccia terribile. L'India è una democrazia, quindi come fai a sgomberare il territorio per le compagnie in una democrazia? Non puoi mica andare lì e ammazzare la gente. Crei una situazione per cui la gente o se ne va o muore di fame. ANJALI KAMAT: Nel tuo reportage descrivi la gente con la quale hai viaggiato, i guerriglieri armati, come 'gandhiani con i fucili'. Puoi dirci cosa vuoi dire e cosa pensi delle violenze perpetrate dai maoisti? ARUNDHATI ROY: Questo è un dibattito molto acceso in India. Anche i principali intellettuali di sinistra o progressisti sono molto sospettosi riguardo ai maoisti. Come tutti dovrebbero essere, perché loro hanno avuto un passato molto difficile, e ci sono un sacco di cose che i loro ideologi dicono che fanno venire i brividi alla schiena.Ma quando sono andata lì, devo dire, sono stata scioccata di quello che ho visto, perché negli ultimi trent'anni penso che in loro sia cambiato qualcosa di radicale. E in India la gente vede questa differenza. Dicono che ci sono i maoisti e che ci sono gli indigeni. Di fatto i maoisti sono indigeni, e gli stessi indigeni hanno una storia di resistenza che è precedente Mao di secoli. Penso che si tratti solo di un nome, in un certo senso. 'Maoisti' è solo un nome, eppure senza quella organizzazione gli indigeni non avrebbero potuto organizzare una resistenza. E' una cosa complicata.Quando ero lì ho vissuto e camminato con loro per molto tempo, per cui posso dire che quello maoista è un esercito più gandhiano di qualsiasi gandhiano, che lascia impronte più leggere di qualsiasi ambientalista radicale. Anche le loro tecniche di sabotaggio sono gandhiane: non sprecano nulla, vivono di nulla. I media raccontano bugie su di loro da un sacco di tempo. Molti degli episodi di violenza riportai non sono mai accaduti, come ho scoperto. Molti sono accaduti, e c'è sempre stata una ragione perché sono accaduti.In passato, per esempio, anche io credevo che le donne tribali fossero vittime della lotta armata. Ma quando sono andata lì ho scoperto che è vero il contrario: il 50 per cento delle loro truppe è composto da donne che hanno fatto questa scelta perché per trent'anni i maoisti hanno lavorato con le donne. L'organizzazione maoista delle donne conta 90 mila membri: è probabilmente la maggior organizzazione femminile in India. Tutte queste 90 mila donne sono certamente maoiste e il governo ha dato ordine di sparare a vista contro i maoisti: quindi spareranno a queste 90 mila persone? AMY GOODMAN: Arundhati Roy, il leader dei maoisti ti ha chiesto di fare da negoziatore, da mediatore fra loro e il governo indiano. Qual è la tua risposta? ARUNDHATI ROY: Io non sarei un buon mediatore. Non rientra tra le mie capacità. Io penso che qualcuno dovrebbe farlo, ma non credo che dovrei essere io, perché non ho idea di come mediare. Penso che non dovremmo buttarci in cose che non sappiamo fare. Non so perché abbiano fatto il mio nome, ma io penso che esistano persone in India con le capacità per farlo, perché è molto, molto urgente che questa 'Operazione Battuta di Caccia' venga interrotta. Molto, molto urgente, ma, vedi, sarebbe stupido per una persona come me cimentarsi in questo, perché penso di essere troppo impaziente, sono un cane sciolto, non ho queste capacità.(...)Traduzione di Daniele Mennella. Grzie anche a Francesco Gastaldon, Sabrina Fiorito, Simone Luperti, Paolo Frediani.
Fonte: Peacereporter

Waterloo e dintorni

Minchia...ho peccato di eccessivo ottimismo o ho portato sfiga...7-6 non è malaccio...è una tragedia.
Urge un serio esame di coscienza da parte di tutte le forze di sinstra, perchè si sta per aprire di fronte a noi il baratro del decreto legge istituzionalizzato e l'annientamento della magistratura.
Non riesco a capire, forse sono io che vivo in un altro mondo, ma tra "pericolo" di una sinstra che assomiglia sempre più alla vecchia DC e una destra razzista e arrogante con a capo uno che ha inanellato più processi che donne, zittito di fatto le opposizioni e manovrato l'informazione, con amicizie quantomeno discutibili, che ha usato malati, terremoti e tragedie solo per un suo tornaconto personale, sinceramente il pericolo non lo vedo a sinistra, anche perchè sotto il governo della stessa Silviuccio nostro ha proliferato con le sue aziende...
E adesso prepariamoci a subire il Minzolini pensiero, gli orgasmi di Fede, Cicchitto e Bondi in ogni trasmissione, il banana che ci dirà che il popolo è con lui ( e a questo punto ho il terribile sospetto che sia vero)...ai magistrati consiglio di cominciare a cercarsi un altro lavoro, sopporteremo le farneticazioni di Gasparri e Tengolacamicianera La Russa...non sapremo più nulla.
Scordiamoci Travaglio, Santoro e Luttazzi...Raiperunanotte...solo quella notte, scordiamoci processi, scordiamoci le intercettazioni, scordiamoci tuuto perchè da domani si sentiranno a fare qualunque cosa...perchè la gente è con loro...o meglio un terzo della gente è con loro, ma tanto gli basterà.
Voglio sperare che stanotte stessa l'intero gruppo dirigente del PD se ne vada a far danni da qualche altra parte...e che chi lo sostituirà abbia idee chiare su come fare opposizione, torni a coinvolgere le piazze e la smetta di farsi dettare la linea politica da Capezzone e Bondi.Le divisioni con il resto della sinistra non portano da nessuna parte, in tempi non sospetti avevo già detto che l'unico programma di sinistra nelle primarie lo aveva portato Grillo, non l'hanno voluto e si sono fossilizzati su temi che non interessavano nessuno...questo è il risultato.
Bisogna ricominciare da zero, ma bisogna farlo subito...con questi non andiamo più da nessuna parte...Di Pietro, Grillo, Rifondazione...servono come il pane, il grigio di questi anni non è servito a niente è ora di ritornare al rosso!
Voglio sperare che almeno nessuno di questi fenomeni vada in tv dicendo che però hanno vinto in sette regioni...ce ne è già uno che ci prende per il culo.
Tante volte su questo blog ho scherzato sulla sconfitta della sinistra...così non lo avrei immaginata nemmeno io...tristemente se vedemu

legaioli e fascisti...andiamo bene...

Da oggi gli articoli li trovate su http://camilliadi.aggrega.it
Mentre scrivo i dati delle regionali sono in continua evoluzione, alla fine, credo, sostanzialmente dovrebbe finire con 9 regioni per il centroinistra e 4 per il centrodestra, con Piemonte e Lazio in bilico ma con un leggero vantaggio per il centrosinistra.
Qualche considerazione va comunque fatta:
a) Il centrodestra conquista Campania e Calabria e tutto questo dovrebbe far riflettere i geni del pd sull'opportunità o meno di presentare candidati dalla dubbia moralità, molti hanno preferito non votare che appoggiare persone dai trascorsi non proprio limpidi, sicuramente si poteva trovare qualcuno meglio. Bassolino in Campania ha fatto più danni del terremoto, come del resto Loiero in Calabria e , forse, era il caso di dare un netto segnale di un'inversione di tendenza.
b) Indipendentemente da come finirà in Piemonte la lega si attesta al nord come la vera vicitrice di queste regionali, evidentemente razzismo e populismo riescono a fare presa più di un programma politico, il niente ad oltre il 60% in Veneto ed al 46 in Piemonte lascia perplessi...fino a ieri pensavo che la Lega fosse riuscita ad intercettare i voti di quella medio borghesia del nord facendo leva sulla paura...oggi comincio a credere che sia diventata una guerra tra poveri e che lo scontento sulla situazione economica anzichè riversarsi su quell'esecutivo di cui la lega fa parte si sia incanalato verso l'odio razziale e subliminato nell'orgoglio dei regionali confini. Resta sempre il dubbio su come delle persone sobrie e nel pieno possesso delle proprie facoltà appoggino uno che beve acqua del Po, celebra matrimoni di rito celtico, bruciano leggi che hanno votato, odia Roma ma da Roma si fa lautamente stipendiare, prende sovvenzione per i giornali ed è finito dentro a mani pulite come il più piccolo dei socialisti...tolto questo restano solo le battaglie campanilistiche che non portano da nessuna parte ma evidentemente piacciono tanto ai legaioli.
c) Nel Lazio la situazione è in bilico, anche se sembra in leggero vantaggio la Bonino, peccato...speravo in una schiacciante vittoria per Emma per tutta una serie di motivi: erchè sarebbe stato un segnale forte anche per Pedofilandia e per la laicità, un segnale di emancipazione su una politica stagnante tra guerre intestine e programmi di merda, perchè è stata l'unica,insieme ai radicali, a combattere per delle leggi che migliorassero le condizioni di tutti e non solo quelle del bell'incappucciato nel bosco...veramente...speravo in un risultato più netto,invece anche qui razzismo e fascio hanno ancora un forte peso...
A questo punto diamo a Cesare quel che è di Cesare il Banana è stato bravo a spostare un confronto regionale tra persone in una guerra ideoligica tra il bene e il male, dove naturalmente il bene era lui, quindi qualunque cazzata avessero fatto i suoi candidati si sarebbe dovuto comunque appoggiarli...coesione ed empatia...a sinistra non riescono nemmemeno a scoreggiare tutti insieme, ma i risultati parlano chiaro da soli possono andare solo al Divino Amore.
Amici miei i mafio-pedo-papisti dell'udc con iloro 5% di media continuano a definirsi l'ago della bilancia...in un sistema bipolare compiuto sarebbero solo una pisciata nello spazio...comincio a credere di non aver ben capito la domanda del referendum sul bipolarismo...cazzo!
Purtroppo stasera San Bruno folgorato sulla via di Arcore ci spiegherà che la PdL ha Vinto...allora il Bologna che perso 3-1 sabato può chiedere i tre punti?...mah misteri della politica...non state in pena tra un paio d'ore affronteremo argomenti più leggeri nel post " Sodoma e Camorra"...se vedemu

sabato 27 marzo 2010

Sex Crimes and vatican- BBC (sub ita) -

An Investigation into allegations that a secret church directive, issued by Cardinal Joseph Ratzinger before he became Pope Benedict XVI, is being used to silence the victims of child sex abuse by Roman Catholic priests. Colm O'Gorman, who was raped as a 14-year-old boy by his local parish priest in Ireland, travels to America, Brazil and the Vatican City to uncover more.

Sexual abuse of nuns and children is rampart in the Catholic Church. In third world countries, Nuns and teenage girls who cook for the priests are constantly violated. Only in very few cases when the victim becomes pregnant due to constant abuse are the deeds revealed. Even young boys are not safe from the lust of these predators. And in most of these cases the matter is hushed up without any investigation by the Church.

The matter here that is of grave concern is that the Catholic Church is not doing anything to rectify this issue nor taking any precautions so that such incidents do not occour again. On the contrary there is a silent sanction from the higher ups reaching even to the pope. This is not suprising as there have been many popes in the past who have openly displayed pedophile behavior, the most notable one being Pope Leo X (his idea of entertainment was having nude young boys around him).

Why am I posting this?

For you to be careful. Your child could be next.....
Most of us Catholics are concentrated in the third world countries like Brazil, South America, Phillipines, India where poverty rules the roost. Thereby youngsters can become easy targets for these predatory priests. It is not that there are no such predators in other religions or in Atheism. There are plenty of them. The founder of one of the most important arabic religions was a confirmed pedophile and his followers are today following in his footsteps, en-masse. The problem for christianity is that Christians should not do such ungodly things even if the rest of the world is doing them. Christianity is a godly religion and every christian is expected to emulate Christ. Unfortunately, contrary to the Bible, Catholicism preaches a different Gospel; a gospel of good works, worship of Mary, prayers to Saints, Confessions, Indulgences and church rituals. it is little wonder that the priests in the absence of the guiding light of the Holy Spirit are actively involved in such perverted activities.

The real issue here is that the Catholic Church is not willing to help the victims nor is it open to the idea that there is a a problem. All these problems are happening because to save a few hundred dollars, the Church is not allowing its priests to marry. And the net result are the priests are having a field day working on their pedophile experience........

I feel this is a documentary every Catholic should watch. Your son/daughter could be next. Prevent it before it happens to one of your loved ones.......

Original Uploaders Comments:

A secret document which sets out a procedure for dealing with child sex abuse scandals within the Catholic Church is examined by Panorama.
Crimen Sollicitationis was enforced for 20 years by Cardinal Joseph Ratzinger before he became the Pope.
It instructs bishops on how to deal with allegations of child abuse against priests and has been seen by few outsiders.
Critics say the document has been used to evade prosecution for sex crimes.

Crimen Sollicitationis was written in 1962 in Latin and given to Catholic bishops worldwide who are ordered to keep it locked away in the church safe.
It instructs them how to deal with priests who solicit sex from the confessional. It also deals with "any obscene external act ... with youths of either sex."
It imposes an oath of secrecy on the child victim, the priest dealing with the allegation and any witnesses.
Breaking that oath means excommunication from the Catholic Church.
Reporting for Panorama, Colm O'Gorman finds seven priests with child abuse allegations made against them living in and around the Vatican City.

One of the priests, Father Joseph Henn, has been indicted on 13 molestation charges brought by a grand jury in the United States.
During filming for Sex Crimes and the Vatican, Colm finds Father Henn is fighting extradition orders from inside the headquarters of this religious order in the Vatican.
The Vatican has not compelled him to return to America to face the charges against him.
After filming, Father Henn lost his fight against extradition but fled the headquarters and is believed to be hiding in Italy while there is an international warrant for his arrest.

Colm O'Gorman was raped by a Catholic priest in the diocese of Ferns in County Wexford in Ireland when he was 14 years old.
Father Fortune was charged with 66 counts of sexual, indecent assault and another serious sexual offence relating to eight boys but he committed suicide on the eve of his trial.
Colm started an investigation with the BBC in March 2002 which led to the resignation of Dr Brendan Comiskey, the bishop leading the Ferns Diocese.
Colm then pushed for a government inquiry which led to the Ferns Report.
It was published in October 2005 and found: "A culture of secrecy and fear of scandal that led bishops to place the interests of the Catholic Church ahead of the safety of children."

The Catholic Church has 50 million children in its worldwide congregation and no universal child protection policy although in the UK there is the Catholic Office for the Protection of Children & Vulnerable Adults.
In some countries this means that the Crimen Sollicitationis is the only policy followed. The Vatican has refused repeated requests from Panorama to respond to any of the cases shown in the film.

BUGIARDO!!!

Oggetto: BUGIARDI
Il
cardinale Ratzinger fu citato in giudizio dall'avvocato Daniel
Sheadavanti al tribunale dalla Corte distrettuale della contea di
Harris(Texas), dove fu accusato di "ostruzione alla giustizia". Secondol'accusa, infatti, il documento della Congregazione avrebbe favorito la copertura di prelati ...coinvolt...i nei casi di molestie sessuali ai danni di minori negli Stati Uniti. Nel febbraio 2005 fu emanato dalla corte un ordine di comparizione per il cardinale Joseph Ratzinger. Il
19 aprile 2005, il cardinale Ratzinger fu eletto papa e i suoi legali
negli Stati Uniti si rivolsero al Dipartimento di Stato chiedendo
l'immunità diplomatica per il loro assistito. L'Amministrazione Bush acconsentì e Joseph Ratzinger fu esonerato dal processo.
http://www.facebook.com/l/70084;www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3511

venerdì 26 marzo 2010

una scuola ignorante da plasmare

Un’Italia ignorante, da plasmare a proprio piacimento: ecco il disegno della maggioranza, che si staglia purtroppo sempre più chiaramente, nel totale buio in cui va precipitando la scuola pubblica. Il grande Pietro Calamandrei, in un convegno sulla scuola pubblica a cui prese parte nel lontano 1950, avendo ancora fresca la memoria del fascismo, disse che, ove mai si fosse ripresentata nel nostro paese una forma di autoritarismo, non avrebbe certo fatto ricorso al manganello o all’olio di ricino, ma avrebbe piuttosto operato sul piano della cultura, della formazione del pensiero e quindi sull’orientamento dell’opinione pubblica e della classe dirigente del Paese. Per questa ragione, riteneva Calamandrei, un ipotetico “partito dominante” avrebbe progressivamente impoverito la scuola pubblica fino a lasciarla morire di inedia e avrebbe contestualmente investito sulle scuole private che sarebbero diventate lo strumento di diffusione della sua “cultura”. Calamandrei non poteva certo immaginare, nel 1950, che per creare una propria visione culturale al cosiddetto “partito dominante”, non sarebbe stato necessario dar vita a una rete di scuole private, in quanto a questo avrebbe ampiamente pensato la televisione. Sta di fatto, comunque, che, come tutti i grandi uomini, ha saputo vedere lontano. I 7 miliardi di euro tagliati alla scuola pubblica, i quasi 100 mila insegnanti e operatori licenziati, l’impoverimento della didattica, la diminuzione del numero di ore di insegnamento, serve sicuramente a creare un popolo sempre meno attrezzato culturalmente e sempre più facilmente plasmabile con messaggi televisivi. Ormai le scuole pubbliche sono alla fame, dalla città di Crema, passando per Roma e per finire a Catania, gli istituti devono chiedere contributi alle famiglie dei ragazzi per comprare carta igienica, saponi, piatti e bicchieri di carta. A Catania una scuola ha dovuto chiedere un contributo di 100 euro alle famiglie per banchi, lavagne e cattedre. A Milano una scuola media ha dovuto chiedere un contributo di 40 euro per garantire lezioni pomeridiane. E l’elenco non avrebbe mai fine. Ma, a rendere veramente inquietante la situazione, è il fatto che non solo si sta cercando di lasciar morire di fame e inedia la scuola pubblica, ma che, addirittura, è ormai la cultura dei disvalori propagandati da questa maggioranza di destra che sta facendo breccia nella stessa istruzione. Una scuola pubblica di Pordenone ha organizzato una gita scolastica degli allievi sulla base del loro reddito: i benestanti a Londra in buon albergo, i più poveri a Monaco in una pensione con i pidocchi. In un comune del Vicentino, due giorni fa, alla scuola materna il sindaco e l’assessore, entrambi giovani donne, hanno deciso di lasciare a digiuno 9 bimbi dell’asilo nido perché i genitori non avevano ancora pagato la retta. Ma cosa ci sta succedendo? Stiamo assistendo al calpestamento di ogni sensibilità e del significato stesso di scuola pubblica e, come dice oggi Massimo Gramellini sulla Stampa, “spaventa il pensiero di come cresceranno i discriminati di Vicenza e di Pordenone. Ma spaventa ancora di più come cresceranno i privilegiati: privi dei vincoli minimi di solidarietà, per insegnare i quali la scuola pubblica era nata”.

di MASSIMO DONATI (idv)

Risolto il caso della busta misteriosa, era di Dell'Utri! -

Venerdì 26 marzo 2010 5 26 /03 /2010 20:34

Di camilliadi
Risolto il caso della busta misteriosa, era di Dell'Utri!
( Vedi articolo precedente)



Amici, ultimi inquietanti sviluppi sulla vicenda della busta con polvere misteriosa che ha attentato alla vita del nostro duce. Il perito della procura Cecchi Gori dopo averne assaggiata una modica quantità, pari a circa 34 grammi, ha detto coi capelli dritti in testa " Mah, a me pare zafferano, maremma maiale che botta!" a cercato quattro milioni di euro al l'esterrefatto questore ed è scappato nudo nella brughiera per ritrovar sè stesso, è stata la volta del secondo perito Morgan che dopo essersi fatto un bongo da quasi un litro ha esclamato " Non sento niente, non è un granchè" dopodiche è partito nitrendo al galoppo ed è stato abbattuto sulla milano Laghi da una pattuglia della stradale di Caserta, che si era persa da una settimana tra i vari svincoli autostradali, il maresciallo Rizzo ha poi infilato il presunto cantante in uno spiedo e lo ha mangiato insieme a sette camionisti bulgari nell'area di servizio Milano Est.
Mentre gli inquirenti brancolavano nel buio, e due pompieri si stavano accoppiando selvaggiamente tra i cespugli della villa di Macherio, si è presentato un trafelatissimo senatore Dell'Utri che ha urlato al custode " Ho dimenticato qui una busta, l'hai vista?"....gelo tra gli inquirenti...a questo punto, dura lex sed lex, rimaneva solo una cosa da fare...hanno chiamato il centro d'igiene mentale di Roma e si sono fatti dare un elenco di nominativi...democraticamente hanno estratto a sorte il nome del fortunato...in attesa di ulteriori sviluppi, se vedemu

polvere sospetta a casa Berlusconi, Tarantina dichiara "Non è mia!"

polvere sospetta a casa Berlusconi, Tarantini dichiara" Non è roba mia"
l.jpg Panico alla residenza del Premier dove è stata recapitata una busta contenente della polvere bianca, il cane preposto al controllo non ha scondizolato come sempre e la cosa ha insospettito i carabinieri che hanno allertato la sezione antidroga per sapere chi è che ha fregato Silvio tirandogli un pacco. Preoccupato Giampy Tarantini fa sapere di non saperne niente della polvere. Mentre scriviamo sulla scena del crimine sono presenti gli esperti della procura Cecchi Gori e Morgan...vi comunicheremo eventuali sviluppi.
Prime reazioni nel mondo della politica Bondi" E' il segno dell'imbarbarimento della lotta politica ed è l'ennesimo vile attacco della magistratura" Gasparri " Ve l'avevo detto de chiamà er Bustina..."...

giovedì 25 marzo 2010

Alpi Hrovatin, quella scia di morti strane

Misteri, segreti e delitti a sedici anni dall'agguato di Mogadiscio in cui morirono i due giornalisti Rai
di Luigi Grimaldi da Liberazione 25 marzo 2010
Il principale accusatore di Hashi Omar Hassan, l'unico condannato per l'uccisione della giornalista Ilaria Alpi e dell'operatore tv Miran Hrovatin (avvenuta a Mogadiscio il 20 marzo del '94), rischia di finire sotto processo a Roma per il reato di calunnia: si sarebbe prestato a un complotto per incastrare un innocente. Il provvedimento è stato disposto lo scorso 17 marzo dal Gip romano Maurizio Silvestri, nei confronti di Ali Rage Ahmed detto "Gelle" e riapre diversi capitoli di esplosiva importanza. Nel frattempo a Trapani e a Palermo una nuova indagine ancora top secret sta prendendo corpo e riunifica tre casi giudiziari rimasti altrettanti misteri: gli omicidi di Mauro Rostagno, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Vincenzo Li Causi.
Tutti arrivati vicinissimi alla verità sui traffici da Trapani a Mogadiscio. Traffici di rifiuti, armi, mafia e apparati deviati dello stato attivissimi e affiatati nel duty-free del crimine internazionale degli anni '90: la Somalia. Delitti somali per una pista tutta italiana.

Un noto assassino
E' clamoroso: Omar Hashi era stato indicato alle autorità italiane come assassino assai prima del delitto Alpi Hrovatin. Il suo nome lo fa alle nostre autorità Ismail Moallin Mohamed, poliziotto somalo sotto la guida delle autorità italiane, poi rifugiatosi nel nostro Paese. Ecco, cosa dichiara (si tratta di documentazione agli atti della Commissione Parlamentare di inchiesta), l'allora Maggiore Giuseppe Attanasio in servizio a Mogadiscio: «Confermo che Ismail Moallin Mohamed mi ha fatto cenno di sapere qualcosa sull'omicidio della Alpi e di Hrovatin». E quindi aggiunge in una successiva deposizione: «Hashi Omar Hassan, detto "Fawdo", era un noto "morian" (bandito) (...). Il suo nome l'avevo appreso all'epoca proprio da Ismail Moallin Mohamed che l'aveva individuato come il responsabile dell'omicidio di una donna somala in Balad [...] per questo lo aveva segnalato anche a noi per riuscire a catturarlo. (...) Tra noi e la polizia somala il rapporto era assai stretto (...). In una di queste riunioni ho saputo di questo Hashi Omar Hassan detto "Fawdo"».
Moallin, interrogato dalla Digos di Roma, una volta giunto in Italia, dopo essersi rivolto al Maggiore Attanasio, mette a verbale di non essere «in grado di fornire notizie dirette sull'omicidio di Alpi e Hrovatin».

L'uomo del Sismi
Contraddizioni? Davvero particolarmente interessanti perché il "poliziotto" Moallin è l'unica fonte ufficiale che ha indagato sull'omicidio in Somalia del maresciallo Vincenzo Li Causi, il super agente del Sismi, di Gladio, responsabile del centro Scorpione di Trapani e sospettato di essere stato un animatore della Falange Armata (la misteriosa organizzazione di terrisomo virtuale e psicologico attivissima in Italia tra il 1990 e il 1994) assassinato il 12 novembre del 1993 a Balad, sempre in Somalia.
E' sempre Moallin ad aver indicato anche per questo delitto un preciso responsabile (peraltro mai indagato), arrestato in Somalia per altri reati e poi ucciso durante "un tentativo di fuga". Da tutte queste contraddizioni si evince un ulteriore elemento che rende assai importante il coinvolgimento di Gelle nell'ipotesi di calunnia ai danni di Omar Hashi. Già, perché Hashi era ben noto e ricercato dai nostri militari in Somalia come presunto omicida, assai prima che il suo nome comparisse nelle carte del duplice omicidio di Mogadiscio (s'indagherà su di lui solo a partire dal 1997).

Delitti e calunnie
Stranezze, misteri, calunnie, segreti e delitti a distanza di 16 anni affollano ancora uno dei più intricati misteri d'Italia. Va anche detto che le storie di tutti i testimoni più importanti del delitto Alpi Hrovatin si concludono con altrettante morti misteriose. La cosiddetta "donna del the", che ha testimoniato sulle manovre preparatorie dell'agguato mortale ai due reporter della Rai davanti all'Hotal Amana, è scomparsa. L'autista di Ilaria, Ali Abdi, ha poi rinunciato al programma di protezione accordatogli nel nostro Paese e pochi giorni dopo il suo ritorno in Somalia è stato trovato morto (non si sa se per droga o avvelenamento, il termine somalo usato nei giornali di Mogadiscio che hanno dato la notizia ha entrambi i significati). Starlin Arush, una buona conoscente di Ilaria, presidente dell'associazione delle donne somale e impegnata anche a livello politico, dopo l'agguato del 20 marzo 1994 si era incontrata nella sua abitazione con l'autista di Ilaria, dopo aver rilasciato una nota intervista a Isabel Pisano (curatrice del documentario di cui si è detto e buona amica di Francesco Pazienza, per la trasmissione Format , andata in onda col titolo "Chi ha paura di Ilaria?"), è stata uccisa in circostanze misteriose, nel febbraio 2003, nel corso di una rapina lungo la strada che dall'aeroporto di Nairobi porta in città.
E ancora. Il colonnello Awes: capo della sicurezza dell'albergo Amana, nei pressi del quale avviene l'agguato mortale ai due giornalisti della Rai, è deceduto non si sa in quali circostanze né in quale periodo preciso. E' stato forse l'ultimo che ha visto Ilaria e Miran vivi. Altri testimoni, o per lo meno persone ritratte nei filmati girati dalla Tv Abc nell'immediatezza del delitto, sono morte. Come, ad esempio, «l'uomo con la maglia gialla e grigio-azzurra» che si vede durante il trasporto del corpo di Ilaria sulla macchina di Giancarlo Marocchino (l'imprenditore italiano che per primo arriva sulla scena del delitto), mentre passa nelle mani dello stesso alcuni oggetti: un taccuino, una macchina fotografica, una radio trasmittente o un registratore. Di costui si sa che era un uomo della scorta di Marocchino, il quale ha riferito trattarsi di una persona (di cui non ha fornito il nome) deceduta «sparandosi accidentalmente».
C'è poi Carlo Mavroleon, l'operatore della Tv americana Abc, che ha girato le immagini: è stato assassinato in Afghanistan nel 1997. Anche Vittorio Lenzi, operatore della televisione svizzera, presente nei primi momenti dopo il delitto è morto qualche anno dopo in uno strano incidente stradale. Una ecatombe, spropositata anche per coprire traffici di armi e di rifiuti, a cui, per ora, va aggiunta la morte, precedente, di Mauro Rostagno. Ma non solo.
Il colonnello Ali Jirow Shermarke ha firmato un rapporto investigativo per le Nazioni Unite che accusava Giancarlo Marocchino, a seguito di una indagine che aveva svolto in quanto capo della Divisione investigativa criminale di Mogadiscio. Anch'egli è morto senza che si sappia quando e come. Il suo rapporto, pervenuto nel dicembre 1994 al dottor De Gasperis della procura di Roma, ipotizzava un coinvolgimento di Giancarlo Marocchino (definito da Carlo Taormina ai tempi della Commissione parlamentare di inchiesta come «il principale collaboratore per la ricerca della verità») e sosteneva che Ilaria e Miran sarebbero stati visti uscire, prima dell'agguato, da un garage dello stesso faccendiere italiano.
Shermarke è stato sentito a verbale dal giudice Pititto il 26 luglio 1996: in quell'occasione ha confermato il rapporto e aggiunto che: «Appena Ilaria arrivò in albergo, ancora prima che lei potesse lavarsi, ricevette una telefonata… una chiamata del Marocchino, al che lei uscì fuori dall'albergo chiedendo chi ci fosse dei guardiani perché doveva andare subito a casa del Marocchino... io credo che a uccidere i due giornalisti sia stato il Marocchino». Marocchino, collegato da un lato a personaggi oggetto della archiviata inchiesta Sistemi Criminali di Palermo (che vedeva indagati anche la cupola dei mafiosi stragisti insieme a personaggi come Licio Gelli e Stefano Delle Chiaie), e dall'altro ai protagonisti del cosiddetto progetto Urano (un piano di traffico e smaltimento di scorie tossiche e radioattive in Somalia in cambio di armi) non è mai stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma per il duplice delitto.
http://www.facebook.com/?ref=home#!/notes/qui-radio-londra-le-notizie-che-sfuggono-alla-censura/alpi-hrovatin-quella-scia-di-morti-strane/376477582054

Ratzinger si vuole scusare? Si dimetta... -

Forse pochi tra gli osservatori se ne sono ancora resi conto ma il 2012, data che viene associata alla fine del mondo, si sta preparando il terreno. Tranquilli non parlo della fine del nostro mondo, ma di una serie di realtà che si stanno lentamente sgretolando.Quella più evidente è sicuramente quella dello stato Vaticano e del mondo della chiesa, dove, sicuramente, gli scandali sulla pedofilia stanno minando seriamente le fondamenta di questa industria di anime.Non sono più credibili, le loro scuse non reggono più, non ti puoi scusare di una cosa che hai coperto per anni rendendoti complice di ulteriori abusi, sei come loro, l'unica cosa credibile che il tedesco potrebbe fare sarebbe dimettersi, fare i nomi di tutti quelli che ha coperto e consegnarsi alla giustizia terrena prima ancora che quella divina, ci sono cose talmente grandi per cui le parole sono solo un suono lontano se non vengono accompagnate da fatti altrettanto forti.Non parliamo di fatti isolati ma di casi in ogni parte del mondo che sono stati messi a tacere con banconote e minacce...è vero che lo stato pontificio ha le proprie leggi ( credo che la pedofilia sia reato anche in Vaticano...) ma deve rispondere anche alle leggi degli stati dove il fatto è stato commesso...non basta destinare il colpevole ad altra sede, va consegnato alla giustizia di quel paese, e messo così nella condizione di non nuocere.
Sarebbe quantomeno decente che Ratzinger si affacciasse dal balconcino e dicesse" Fratelli è vero, abbiamo permesso per anni che dei pedofili abusassero di vittime innocenti, io, come almeno alti tre miei predecessori, di cui uno vorremmo santo, abbiamo coperto questo ignobile reato, moralmente non mi sento più degno di rappresentare Dio, nè di poter indicare il cammino, scusatemi, anche se questa parola non rende giustizia all'enormità di quello che abbiamo fatto, qualcun altro prenda il mio posto, ma per fare pulizia e raddrizzare questa chiesa che con Dio non ha più nulla a che fare"...uno quantomeno ricomincerebbe ad avere fiducia nel genere umano.
E, per carità di Dio, non entriamo nell'argomento Vaticano-IOR-Mafia-banda della magliana...avrebbero tante cose di cui scusarsi, ma la chiesa ha i suoi tempi...la riabilitazione di Galileo è di pochi anni fa...ne riparleremo verso il 2087.
Per chiudere, onde evitare le solite e mail di una quarantina di ulta conservatori cattolici, sconvolti dalle mie opinioni, ma non dal Vaticano, faccio presente che la parola corruzione di preti, vescovi e cardinali è usata anche in tutte le apparizioni della Madonna in ogni luogo mariano, se volete potete fare come me ed impiegare un paio d'ore a leggere le varie trascrizioni...per la cronaca dovreste leggere con attenzione anche Malachia (un santo) e la monaca di Dresda ( portano via circa mezz'ora del vostro tempo)...non prevedono la fine del mondo...ma la fine della chiesa corrotta di oggi...quindi, a meno che non vogliate confutare anche le parole di nostra signora, astenetevi quanto meno dagli insulti...per gli altri leggetevi Sodomia in corpo 11 di Busi...edificante...se vedemu

martedì 23 marzo 2010

anteprima della lettera di Silvio agli italiani

Carissimi apostoli delle libertà,
impossibilitato dal fatto che tutta l'informazione televisiva e i giornali sono in mano a una sinistra comunista e illiberale,vengo a voi con questa mia lettera per spiegarvi esattamente cosa ha fatto questo governo in questi due anni, cosa ha intenzione di fare e puntualizzare alcune notizie assolutamente false e tendenziose uscite in questi giorni.

Apostoli miei,innumerevoli sono le leggi e le azioni che questo governo ha compiuto per migliorare la vita ad ognuno di voi...quali vi starete chiedendo...quali...per esempio...ecco...talmente tante dicevamo...adesso così...su due piedi...molte cose abbiamo fatto...ah la crisi economica...nonostante la congiuntura negativa, le crisi delle borse mondiali le chiusure delle aziende io sono riuscito a portare a casa quasi venti milioni di euro in più rispetto all'anno scorso...no...cioè...l'Italia ha retto l'urto, quindi allegria, spendete tranquillamente tutta la vostra cassa integrazione che la fine della crisi è vicina e anche il 2012...io quello che potevo fare per l'occupazione l'ho fatto nella manifestazione di sabato dove ho creato un milione di posti di lavoro...cinquecentomila...centocinquantamila....settantamila....non lo sapremo mai perchè il questore di Roma è un alcolizzato e il contapersone della questura purtroppo in mano al sedicente gruppo Polizia comunista sezione Santoro...avete capito che danni fa la disinformazione...un altro tema a noi caro è quello della sicurezza, il nostro piano di cannoneggiamento dei gommoni e smercio di saponi per immigrati è guardato con invidia in tutta Europa e persino gli americani ne hanno recentemente apprezzato la forma, anche se con diverse sfumature, ma non poteva essere diversamente visto il colore della pelle del loro capo...allle sterili polemiche sul nostro presunto razzismo e fascismo rispondo con tre semplici parole "Me ne frego!"...io e Umberto continueremo a vigilare sulla sicurezza dei vostri figli. Un altro tema che mi sta particolarmente a cuore ricordarvi,paciarotti miei,è lo splendido lavoro svolto da Bertolaso e dalla sua fisioterapista durante l'emergenza terremoto in Abruzzo, purtroppo le solite intercettazioni filo-sovietiche che violano la privacy, hanno gettato un'ombra su questa vicenda ma io vi giuro sulla testa dei miei figli che il dottor Bertolaso è persona di limpidi principi e mai avrebbe fatto le cose di cui lo accusano.

Colgo l'occasione per ricordarvi che noi non smettiamo mai di pensare al vostro benessere e per provarlo vi invio copia dei lavori parlamentari in programma per i prossimi mesi:

Aprile: Discussione ddl che vieta ogni forma di intercettazione, per salvaguardare la vostra privacy
Maggio: Sanatoria tombale per i contenziosi in corso con l'agenzia delle entrate...amore e pace,basta guerra col fisco
Giugno: Discussione ddl sull'abolizione della magistratura e creazione del nuovo tribunale dell'amore
Luglio: Abrogazione dei reati di concussione e bombardamento delle città di Trani e Bari
Agosto: Unificazione dei poteri spirituali e temporali in un'unica persona, io basto e avanzo per tutto
Settembre: ddl sul divieto da parte di tutti i giornali e programmi di usare le parole Berlusconi,processo,indagato nello stesso pensiero.

Vi aspetto quindi numerosi alla manifestazione del 12 aprile " No legge day" e quella altrettanto importante del 3 maggio " No costituzione day", vi ricordo inoltre il puttan tour organizzato dai circoli delle libertà il 4-5-6-7 giugno e che toccherà le principali città italiane per portare l'amore, la settimana di ferragosto andremo, insieme ad una nutrita rappresentanza della santa sede, in ritiro spirituale in Thailandia.
Col consueto amore vi abbraccio e date una carezza per me ai vostri figli, per sempre vostro S.B.

lunedì 22 marzo 2010

da Berlusconi a Formigoni la chiesa benedice l'illegalità...di don paolo farinella

- di Paolo Farinella, prete -

Don Paolo Farinella
Il giorno 18 marzo 2010 il presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, interviene al Palasharp di Milano, su invito – guarda caso – di Comunione e Liberazione al convegno sulla «Sfida educativa». L’intervento si svolge in piena campagna elettorale nel feudo personale del «vergine» Formigoni, in permanente stato di fornicazione con il marcio che più marcio non si può. La benedizione del cardinale porterà qualche voto, ma segna ancora una volta la pazzia di una gerarchia che non sa vedere nemmeno la realtà che gli sta di fronte. Nel suo intervento, il porporato a bande rosse e nere ha detto di nutrire il sogno «di allargare le generazioni dei politici cristianamente ispirati, che siano in grado di rinnovare profondamente questo fondamentale ambito dell’esistenza [l’educazione] che passa attraverso la capacità di educare e formare al senso della cittadinanza e dello Stato, della legalità e dell'impegno nella società civile». Parola di Bagnasco, presidente Cei. CL ringrazia e porta a casa, anzi in Regione.

Chi non può essere d’accordo con il cardinale? Ha detto una tale ovvietà che anche le pietre sono concordi. Ciò che non quadra è che l’eminenza dica davanti a Formigoni e a CL che i cristiani devono formare al senso della legalità e della cittadinanza: davanti a coloro cioè che hanno fatto dell’immoralità istituzionale il fondamento del loro essere nella società civile. La Compagnia delle Opere, braccio armato, di CL opera in economia con sistemi di corruttela mafiosa e Formigoni è schierato anima e corpo (vergine, beninteso) con Berlusconi che difende a spada tratta, specialmente quando delinque, cioè sempre. Sono questi i cattolici rinnovatori della legalità? Sono questi i cristiani che devono educare alla «cittadinanza», mentre fanno leggi contro la cittadinanza e l’esistenza stessa degli immigrati, che dovrebbero essere la pupilla degli occhi della Chiesa? Eminenza, scenda da Marte e da Plutone e venga qui che le faccio il disegnino.

Due giorni prima, il 15 marzo 2010, il cardinale Bertone, l’astro fulgente vaticano, ha partecipato ad un incontro della Confindustria, la cui presidente, Emma Marcegaglia, aveva rilevato un’evidente calo di fiducia nelle istituzioni che riguarda anche la Chiesa. Il fulgore della Chiesa universale assalito da raptus ha detto: «La Chiesa ha ancora una grande fiducia da parte dei fedeli, solo che qualcuno cerca di minare questa fiducia ma la Chiesa ha con sé un aiuto speciale dall’alto». Parole minacciose o oscure: a chi alludeva con «l’aiuto speciale dall’alto». Forse a Dio, ma si sa che Bertone non ha frequentazioni di questo tipo, per cui lo escludiamo.

Con ogni probabilità si riferiva a Berlusconi che come padrone del governo, del parlamento, della magistratura (manca poco), dell’economia, delle tv, pubbliche e private, dei giornali e della maggioranza degli Italiani drogati, può garantire uno scudo protettivo assoluto. Ne siamo sicuri: dall’alto della sua bassezza, il comunista russo, Silviush Berluskoniev, fondatore del partito dell’amore da gran bordello, è protettore dell’eminenza grigia che ama parlare alla Confindustria, ma non si vede mai dalla parte di operai, di pensionati, di precari e di sfigati. Poverino, lui vive in Vaticano e quindi gli è facile contare i 5 o 6 fedeli, ma se viene a girare per le parrocchie scoprirà che le persone, credenti e non credenti, hanno fiducia nella Chiesa di Cristo e del Vangelo, ma non ne hanno alcuna nei confronti di cardinali che vanno a parlare a CL o alla Confindustria, «luoghi» immondi di ordinaria corruzione.

Due anni prima (si procede a progressione geometrica) il 7 settembre 2008 a Cagliari, il papa Benedetto XVI disse che «all’Italia serve una nuova generazione di politici cattolici che abbiano rigore morale e competenza». Peccato che quelle parole furono dette dal papa con le scarpette rosse davanti a Berlusconi che annuiva e approvava. I casi sono due: o io che leggo sono scemo e ho le traveggole, o loro ci fanno e lo sanno e parlano a vanvera come se stessero in un mondo alieno.
Perché quelle parole di «rigore morale» avessero un senso in bocca al papa, questi avrebbe dovuto aggiungere:

E’ presente davanti a noi, il presidente italiano del consiglio dei ministri. Egli è l’esatto opposto del «rigore morale» a cui ho accennato. Egli è un modello negativo, una dannazione per l’Italia e lo preghiamo di lasciare questa celebrazione perché non possiamo dare nemmeno l’impressione che la sua presenza possa essere letta come approvazione da parte nostra del suo stile di vita immorale, del suo modo di governare antidemocratico, del suo modello di economia che è il furto, l’evasione, la corruzione e la degenerazione di ogni valore etico, sociale e istituzionale. Non possiamo stare accanto a lui, se non si converte e non si dimette, liberando il popolo italiano dalla deriva in cui il conflitto enorme di interesse suo e il suo potere mediatico l’hanno piombato.

Poiché è accertato che ha corrotto e si lascia facilmente corrompere purché ne abbia un utile, se vuole stare dove sta il papa, deve restituire il quadruplo di quello che ha rubato e la metà dei suoi beni ai poveri, non agli amici di reato o ad organizzazioni compiacenti. I cattolici che lo appoggiano cessano di essere cattolici perché restano solo malfattori, ladri, corrotti e maledetti.

[Un boato di applausi si sarebbe alzato dal popolo a quelle parole del papa, ma le cronache riferiscono che si alzò solo il Berlusconi e andò compunto e inamidato a baciare l’anello del papa, il quale sorridente e stranito non capiva dove si trovava].



http://temi.repubblica.it/micromega-online/da-formigoni-a-berlusconi-la-chiesa-gerarchica-benedice-lillegalita/

l'Aquila Sepolta e Pdl Pensa a Ferie

Abruzzo/Ricostruzione: Pd, l'Aquila Sepolta e Pdl Pensa a Ferie
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Oggi alle 22.31
(ASCA) - L'Aquila, 22 mar -

''Ormai tutti, dai cittadini alla Chiesa, denunciano che L'Aquila e' ancora sepolta dalle macerie: tutti tranne il PdL, che non si accorge di nulla, tanto da mandare in ferie il Consiglio regionale per 42 giorni, per poi cercare di salvare la faccia con un maldestro scaricabarile. Un comportamento che dimostra come ormai il centrodestra abbia perso anche il senso del pudore''. Lo affermano in un comunicato congiunto Silvio Paolucci, segretario regionale del PD abruzzese e Michele Fina, segretario della provincia dell'Aquila, intervenendo nuovamente sulla rimozione delle macerie e sulla dichiarazione del capogruppo PdL al Senato Maurizio Gasparri. ''Il governo Berlusconi e la giunta Chiodi continuano ad umiliare gli aquilani pensando di poterli trattare come sfondo per gli spot elettorali e come comparse ai comizi - si legge nel comunicato - Mentre le macerie, come denuncia anche il vescovo ausiliare, sono ancora li'. Chiodi abbia il coraggio di ammettere che queste ferie prolungate sono dovute al fatto che ormai ha accentrato tutti i poteri e quindi la sua maggioranza in Consiglio oggi non ha niente da fare, nonostante il capoluogo sia in queste condizioni, altrimenti richiami i suoi colleghi di partito, faccia annullare le ferie e metta la Regione al servizio della grande emergenza della rimozione delle macerie e del rilancio economico e sociale della provincia partendo dalla zona franca urbana''.

Blog di camilliadi

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domenica 21 marzo 2010

Meno male che Silvio c'è... cronistoria delirante della manifestazione di Roma

Domenica 21 marzo 2010 7 21 /03 /2010 05:13

Di camilliadi
Meno male che Silvio c'è...
Guarda quanta gente,Mario, guarda le bandiere e gli striscioni,guarda le facce...hai visto Mario? Quanti saranno? Un milione? Meno? Comunque tanti e quanto amore nell'aria...due birre grazie...zitto Mario...comincia lo spettacolo...
" Apostoli della libertà, siamo tantissimi, uomini e donne che amano la libertà e vogliono restare liberi, io di sicuro, e mi sto battendo per questo da anni contro tutti quei magistrati che vogliono togliermi...togliervi...la libertà, io dico basta! Realizzeremo la religione della libertà!"
Mario smetti di fare polemica...ma che cazzo ne so cosa intende per religione della libertà...vorrà candidarsi papa nel prossimo conclave...visto mai, dovessero malauguratamente andargli male le prossime elezioni...no Mario...lo so che devi essere cardinale ma anche per essere politico dovresti avere delle doti...cioè non è uno che va tanto per il sottile...comprerà qualche chiesa...comprerà l'Avvenire...farà un decreto...poi saranno problemi del vaticano...fammi sentire.
""La giustizia, l'elezione diretta del premier o del presidente della Repubblica, quella fiscale e il federalismo"
Cosa c'è ancora? ha ragione...no erezione diretta...elezione con la elle...è il popolo potrà scegliere il proprio presidente...molto democratico...non si sta parando il culo...no sta seguendo fedelmente il piano propaganda 2...no, sono anni che spunta pezzo pezzo i vari passi...guarda che è bravo...televisioni,città satelliti,media,politica...adesso siamo alla fase finale...bravo....sì ha detto fiscale...no non può mollare la riforma fiscale...ha un contezioso da duecentocentomilioni di euro con l'agenzia delle entrate...non so se gli è arrivata una cartella...stanno al terzo grado di giudizio...sì hanno provato a fare qualche legge, ma anche lì è stata definita incostituzionale...nooo...ma certo è una manovra politica che va avanti dal 91...sìììì ha detto federalismo...lo sai che se non lo ripete almeno tre volte a discorso i legaioli si incazzano...ma è ovvio che non sa cosa vuol dire, che discorsi...è come quando ti chiedono se hai visto Avatar...tu per non fare figure di merda dici di sì, ma si capisce che non lo hai mai visto....così fa lui quando parla di cose che non lo riguardano personalmente...ma è giusto...uno non può pensare a tutto...fammi sentire...
"La Sinistra. è' "ammanettata a Di Pietro" e ai pm. Ha tentato di "distruggere il miracolo compiuto in Abruzzo". : "Sa soltanto dire no, non ha mai imparato cosa significa essere una opposizione seria"
No Mario questo non te lo consento...il problema è che Di Pietro voleva ammanettare lui, l'ha presa un po' sul personale...come quale miracolo? Sono le uniche intercettazioni in cui non si fa il suo nome...l'opposizione seria, Mario mio, è quella che dice sempre di sì...posso sodomizzarla? Prego si accomodi...Le spiace se stupro il diritto, la costituzione e sevizio un po' la democrazia? Ma carissimo ci mancherebbe, mi offenderei se non lo facesse...questa è opposizione...purtroppo ci sono ancora comunisti retrogradi e ottusi che non vogliono aiutarlo...non hanno proposte...no quella di costituirsi non è una proposta politica...và a comprare un'altra birra e fammi sentire...
Volete di nuovo al potere una sinistra che rimetterebbe subito l'ici? Volete una sinistra che aumenterebbe le tasse? Che metterebbe una imposta patrimoniale su tutto? Volete una sinistra che farebbe la felicità delle banche? Volete che la sinistra metta ancora le mani nelle vostre tasche? Volete le intercettazioni su tutto e su tutti? Volete essere spiati anche in casa vostra? Volete una sinistra che apra le porte a tutti gli immigrati? Volete una sinistra che fa i processi farsa alla televisione?".
Mario ma che cazzo!!! Rovesci la birra...no, no, le offese personali no...sì ho capito...le tasse comunali sono aumentate del trenta per cento...ho capito che non ci mette le mani in tasca...quello non è la tasca e di sicuro non sono le mani che ci infila...non essere volgare...ho capito che a te non ti intercetta nessuno, ma metti che sei lì che ordini un mignottone come al catalogo postalmarket, o chiedi di epurare qualcuno, o parli di cose sconvenienti...non è bello che tutti lo vengano a sapere...con che diritto tu vuoi sapere i cazzacci miei?....gli immigrati, gli immigrati....anche a te hanno rubato in casa no? Vedi che ha ragione....cosa vuol dire che li hanno arrestati ed erano di Milano...l'immigrato arriva qui dà il cattivo esempio e porta anche gli onesti ragazzi italiani sulla cattiva strada...puzzano...puzzano di miseria...adesso cosa c'entra la religione Gesù era biondo con gli occhi azzurri, questi sono negher...altra razza...minchia! lo so che i processi si dovrebbero fare in tribunale...ma se lui lì non si trova bene non è che lo possiamo convincere...come quella volta che tu non volevi presentarti per quel pugno che hai tirato al Breccia, non ci sei andato...bon...va beh ti hanno condannato in contumacia...sei proprio comunista e sventola un po' quella bandiera...
"La sinistra e i magistrati comunisti, con l'aiuto della stampa, purtroppo non solo quella loro, hanno cercato di far credere che c'è stato un nostro errore non è vero: i nostri rappresentanti, che non hanno colpa e responsabilità, erano lì all'orario prestabilito. Guarda caso ci escludono nelle città più importanti, Roma e Milano, guarda caso perché non è un caso".
.... ....Mario quanto ci danno? mmmh no perchè va bene la miseria, la disperazione...però a tutto c'è un limite ecchecazzo!!! E butta via quella cazzo di bandiera!!And...arghhh"
"Ho capito che Berlusconi era uno del popolo, uno di noi, quando a Bruxelles gli volevano far firmare un provvedimento sulla famiglia trasversale. Lui disse 'spiegatemi cos'è questa famiglia trasversale'....Bossi...no Bossi no...cioè fammi capire Borghezio ha spiegato a Berlusconi cos'è una famiglia trasversale..." Roba da froci"...più o meno sarà stata questa...andiamo a prendere il treno che è meglio...domani giochiamo a Siena e il viaggio è lungo...ti hanno dato i soldi?...Buona domenica a tutti...se vedemu

sabato 20 marzo 2010

Licio Gelli, l'ultima intervista del venerabile ... leggete attentamente...

Sabato 20 marzo 2010 6 20 /03 /2010 20:50

Di camilliadi
Gelli, l'ultima intervista... leggete attentamente...
In 250 pagine ammette che la sua loggia era il potere: che ha condizionato l'elezione di leone, ha spadroneggiato nell'imprenditoria, gestito i finanziamenti alla politica – scusate, qual e’ la differenza col potere di oggi?...

Sembra che la sua stagione non sia mai finita. Immortale. Come i dossier riservati, i servizi deviati, le intercettazioni illegali, le carriere sponsorizzate. All'ordine del giorno oggi come un quarto di secolo fa. E lui di questa Italia dei ricatti incrociati resta il maestro. Di più: il maestro venerabile. Licio Gelli torna a parlare. Lo fa in una sterminata intervista in cui Sandro Neri lo sottopone a tutte le domande di una vita. E, come sottolinea Sandra Bonsanti nella prefazione, per la prima volta l'uomo della P2, la loggia massonica segreta che s'infiltrò in tutti i vertici dello Stato, confessa e dà ragione ai suoi avversari.

In 250 pagine ammette che la sua loggia era il potere: che ha condizionato l'elezione di un presidente della Repubblica, ha spadroneggiato nel mondo dell'imprenditoria, ha pilotato le nomine dei grand commis, gestito fiumi di finanziamenti alla politica, tirato le fila dell'editoria, ha tramato sulle due sponde dell'Atlantico, etero-diretto le azioni di generali e 007.

A 87 anni, con questo 'Licio Gelli. Parola di Venerabile' edito da Alberti, l'ex 'grande burattinaio' si toglie la maschera. Lo fa con la soddisfazione di vedere tutti i suoi accoliti in posti chiavi, tutti ancora riconoscenti "tranne Maurizio Costanzo, l'unico che si è pentito". Sulle questioni che lo riguardano o che sono penalmente ancora rilevanti (stragi, omicidi e piani golpisti) è reticente. Su altri fronti, si concede a molte rivelazioni. Ma attenti, con Gelli nulla viene pronunciato per caso.

Prendiamo Silvio Berlusconi: da 20 anni si discute della sua iscrizione alla loggia. Il nome compare nelle liste sequestrate 25 anni fa (il 17 marzo 1981 nella sua villa a Castiglion Fibocchi), che però secondo Gelli erano "un brogliaccio incompleto". Il Cavaliere nega di avere mai chiesto l'ingresso nella P2 : "Mi venne spedita una tessera, la rimandai indietro". Adesso invece l'ex maestro venerabile lo smentisce.

L'iniziazione? "Avvenne nel 1977, nella sede di via Condotti. C'erano anche Roberto Gervaso e il medico Fabrizio Trecca, che era un po' il capofila del raggruppamento riservato agli operatori dei mass media. Lo stesso che riuniva tutti i giornalisti iscritti. Finita l'iniziazione gli consegnammo i guanti, il grembiule e una tessera da Apprendista. Sbagliando: perché doveva essere da Maestro. Berlusconi ce la rimandò indietro e noi gliela cambiammo, allegando una lettera di scuse".

Sul creatore della Fininvest Gelli è prodigo di parole: "Mi impressionò la sua grande intelligenza. Aveva parlato della sua idea di confezionare pacchetti tv anche al direttore generale del ministero dell'Industria, Eugenio Carbone, e a Carlo Pesenti. Il progetto era di acquistare piccole televisioni su tutto il territorio nazionale e poi costruire un network. L'idea era di Berlusconi. Ma l'intento in un primo tempo era di affidare la gestione alla Dc e alla Confindustria".

L'incontro tra i due avvenne su presentazione di Gervaso: "Era un personaggio interessante, per questo gli chiesi di entrare nella P2". Nel celebre e famigerato 'Piano di rinascita nazionale', il progetto di ricostruzione delle istituzioni elaborato dalla loggia, c'era un capitolo per favorire la creazione di città satellite come Milano 2: fu un regalo per il patron dell'Edilnord.

Gelli riconosce: "Le città satellite sono state una trovata di Berlusconi". Ma quello che interessava maggiormente alle manovre della massoneria era la tv, non il mattone: "Per noi era importante rompere il monopolio della tv di Stato per evitare che diventasse ostaggio della politica". E dopo? "Credo di averlo visto un paio di volte. A Roma, mi sembra. Il tempo di una stretta di mano. Mi ha detto: 'Mi spiace di quanto è successo'. Lo stesso che hanno detto gli altri. Naturalmente lui era dispiaciuto anche per le cose che gli sono state attribuite anche a causa della sua iscrizione alla P2".

Sul tema degli iscritti veri o presunti, Gelli dice la sua anche sulla tessera del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il carabiniere che sconfisse le Br voleva infiltrarsi nella loggia, come sostengono familiari ed estimatori? "Non posso escludere che volesse farlo... Ma a onore del vero va detto che non fu lui a cercare noi, per sollecitare il suo ingresso, ma fummo noi ad avvicinarlo".

E la pagina degli elenchi con il nome di Dalla Chiesa venne strappata, come sostiene Francesco Cossiga? "Non è vero niente. C'era la pagina e c'era pure il numero di tessera vicino al nome. Nel brogliaccio si diceva che la domanda era in sospeso, perché quello avevo appuntato inizialmente su quelle carte. Ma Dalla Chiesa è entrato nella loggia a tutti gli effetti. E non poteva essere altrimenti. Visto il suo rango non avrebbe avuto senso lasciarlo fuori due anni in attesa che venissero assunte informazioni sul suo conto. Di quali informazioni potevamo avere bisogno su un uomo come lui?".

Di mistero in mistero, quello sul quale Gelli si dilunga porta il nome di Mino Pecorelli, il giornalista della rivista 'Op' assassinato nel 1979. "Per la P2 era una persona preziosa, perché in caso di necessità avrebbe potuto aiutarci con la sua penna. Non c'è mai stato bisogno: al massimo gli è stato chiesto il perché di certi attacchi a questo e quel personaggio. Era successo anche con il presidente Giovanni Leone, che aveva avuto modo di lamentarsene. Gli avevo combinato un incontro col suo segretario Lefebre e avevano trovato un accordo".

Come? "Credo a onore del vero dietro il pagamento di alcuni milioni di lire". Secondo Gelli, Leone domandò il sostegno della P2 per ottenere l'elezione al Quirinale. E chiese a Gelli "una relazione sul malcontento che agitava il paese, da cui è nato lo schema R". Il piano di Rinascita nazionale, che dopo un quarto di secolo spesso riemerge nei programmi del centrodestra berlusconiano.

Invece ci sono tanti dettagli e poca sostanza nella vicenda del Conto Protezione, quell'appunto su una busta della Camera scoperto a Villa Wanda. Gelli pesca dagli archivi della sua memoria e tira fuori ricatti vecchi di 30 anni. Un misterioso personaggio che fece fallire il golpe Borghese. Un'inchiesta sui familiari di Gianni De Michelis chiesta da Bettino Craxi alle Fiamme Gialle. I prestiti personali a Giorgio Almirante e il colloquio in cui Togliatti tentò di convincerlo a entrare nel Pci. La richiesta di contributi da parte di Indro Montanelli, soldi fatti poi versare da Roberto Calvi. L'intervento chiesto da Claudio Villa sulla Sacra Rota e gli scherzi telefonici di Alighiero Noschese. Gli incontri con Paolo VI e i ricevimenti con Perón ed Evita. Gli amici americani e i generali accoliti. La candidatura provocazione ipotizzata da Marco Pannella. Infine, il colloquio in cui Aldo Moro profeticamente lo apostrofò: "Lei non è pronto per la democrazia".

Tanti i politici visti da vicino. I meeting con Claudio Martelli, gli appuntamenti con Cossiga. Andreotti che lo invitava nel suo ufficio sempre alle 8: "Anche lui alle volte chiedeva qualcosa, magari un piccolo interessamento. In quegli anni tutti chiedevano. Ma era sempre per il bene del paese". Un'ironia dalla battuta facile: dice di avere convocato i vertici dei carabinieri di Milano, Roma e Firenze assieme a un colonnello del Sismi e il pg di Roma Carmelo Spagnuolo per un summit sulla crisi italiana e la difesa dall'avanzata della sinistra ma focalizza la memoria su "un bellissimo spuntino".

O il giudizio macabro sul banchiere della mafia: "Sindona ha sempre avuto il vizio di parlare troppo. Era un ingegnere della finanza ma aveva questo difetto. Parlava tanto e sapeva farlo anche bene. Ecco, Sindona, Cuccia e Calvi erano una triade. Tre fuoriclasse. Ma gli altri due, a differenza di Sindona, non parlavano mai". E regala un finale in stile Dan Brown: "La P2 è stata un'esperienza unica, irripetibile. Che oggi non avrebbe più senso. Ci sono organizzazioni molto più potenti, di respiro internazionale ma nello stesso tempo riservatissime. L'Opus Dei. Una ragnatela che copre tutto il pianeta, tessuta da persone validissime. È chiamata massoneria bianca".

Ma di segreti da parte ne ha tanti. Nell'intervista Gelli spiega che nella perquisizione di Villa Wanda sfuggirono gli elenchi, quelli veri, e altri 20 pacchi di documenti top secret. Lettere scambiate con i mille iscritti. Un archivio delle trame portato in Uruguay e lì distrutto. C'è da crederci?

venerdì 19 marzo 2010

Don Ciotti: “C’è bisogno di onestà, di giustizia e di speranza”

Don Ciotti: “C’è bisogno di onestà, di giustizia e di speranza”

Allora uccidetemi,pezzi di merda! XV giornata contro la mafia

Venerdì 19 marzo 2010 5 19 /03 /2010 20:49

Di camilliadi
Allora uccidetemi,pezzi di m... XV giornata contro la mafia
Allora uccidetemi, pezzi di merda. PDF Stampa E-mail


di Petra Reski - 19 marzo 2010
La mafia contro i giornalisti. Attentati incendiari, minacce di morte e calunnie. I giornalisti che scrivono di mafia mettono a repentaglio le loro esistenze e le loro stesse vite.



La reporter porta maniche a sbuffo e scarpe con la zeppa, ma anche scalza sovrasterebbe la metà degli uomini presenti nella sala delle udienze. Dal braccio piegato pende una borsetta color lilla, le unghie sono laccate di nero, per braccialetto ha una catenina di plexigas. “Sei troppo elegante oggi!”, le dice un collega. Rosaria Capacchione sbuffa stizzita mentre liscia le pieghe della gonna del suo tailleur.

Nella sala udienze di Santa Maria Capua Vetere è in corso il dibattimento per l’assassinio dei sei africani che a settembre 2008 sono stati giustiziati a Castel Volturno da un commando di killer armato di mitra. Gli accusati sono sei affiliati al clan dei casalesi, il clan della camorra di Casal di Principe descritto da Roberto Saviano nel suo libro “Gomorra”. Rosaria Capacchione è stata una delle prime persone a recarsi sul luogo della strage. Con il massacro degli africani i casalesi hanno voluto dimostrare, una volta di più, chi detiene il controllo su questo lembo di terra non lontano da Napoli, dove le montagne vengono divorate dalle cave e dove si è creato un girone infernale zeppo di centri commerciali, parcheggi e prostitute nigeriane che aspettano i clienti tra pezzi di plastica, ferrovecchio e frammenti di vetro.

Rosaria Capacchione lavora da oltre vent’anni come reporter giudiziario per il quotidiano napoletano “Il Mattino” nella redazione di Caserta. Sa dove i casalesi riciclano i loro soldi. E anche che amano indossare calze di Brioni color fumo di Londra. Sa quale clan spartisce alleanze e con chi, quale camorrista è amico di quale politico e in che modo la spazzatura si trasforma in oro. L’Oro della Camorra è anche il titolo del suo libro pubblicato nel 2008, in cui documenta accuratamente i reati dei casalesi con note a piè di pagina.

Quando a fine dibattimento Rosaria ha una conversazione confidenziale con un avvocato di un boss nel bar del Tribunale, gli si rivolge come ad un bambino impertinente. Vicinissimo a Rosaria c’è una donna, che le sta appiccicata come fa un’amica un po’ curiosa. Ha un piercing al labbro inferiore e non si fa da parte nemmeno quando l’avvocato tenta di bisbigliare qualcosa all’orecchio della reporter.

I camorristi un anno e mezzo fa dissero che l’avrebbero fatta pagare alla giornalista per le sue scoperte, da allora viene scortata passo passo da due poliziotti. Oggi ci sono un brizzolato uomo palestrato e la donna con il piercing. Quando Rosaria lavora in redazione le guardie del corpo aspettano in strada. E’ raro che Rosaria lasci la redazione prima della mezzanotte, quest’oggi vuole scrivere ancora due articoli sui parenti delle vittime.

Il suo ufficio è disadorno in modo quasi fratesco, la scrivania dà su un armadio per gli atti. Vi è appeso un foglio con «informazioni utili per i colleghi giornalisti in attesa di un colloquio con Rosaria Capacchione». «La C. dorme fino a tardi e inizia a lavorare a pieno ritmo solo nel pomeriggio», dice uno dei consigli. O «la C. non deve essere fotografata di profilo» o ancora: «la C. non ama essere contraddetta». Quando Rosaria Capacchione fu minacciata e poi messa sotto scorta, divenne ella stessa oggetto di inchiesta. Ogni volta che la trasmissione di approfondimento politico di Rai 2 “Annozero” parla delle bande dei Casalesi, Rosaria Capacchione viene intervistata mentre siede alla scrivania della sua redazione e fuma una sigaretta dietro l’altra.

Ho un concetto laico della mia professione, dice freddamente Rosaria. Non sta facendo la guerra alla mafia, scrive semplicemente quello che sa. E non è poco, dopo vent’anni. Spesso sa anche più dei magistrati stessi, molti dei quali qui lavorano solo fino a quando non riescono a farsi trasferire da un’altra parte. «Si dice che io sia cattiva», dice Rosaria. «Ma non faccio nient’altro che informare, mettere insieme elementi». E proprio di questo ha paura la camorra.

Rosaria vive sola, non ha figli ma ha cinque fratelli, che con cognati, cognate e nipoti vegliano su di lei come una famiglia di leoni. Nessuno si è mai permesso di dirle “smettila”. Nè i suoi fratelli, nè gli amici e nessuno dei suoi colleghi, «perchè altrimenti li avrei cancellati dalla lista», dice Rosaria.

Recentemente le sono entrati i ladri in casa. Non hanno rubato niente, solo un premio ricevuto per i suoi servizi antimafia. Il furto è un messaggio chiaro: se solo volessimo noi potremmo. All’assemblea di condominio uno dei proprietari si è preoccupato per la possibile perdita di valore degli appartamenti per via della vicina di casa minacciata dalla mafia.

«Un giornalista minacciato dalla mafia è soprattutto una cosa: solo!», dice Alberto Spampinato, fondatore dell’”Osservatorio permanente sui cronisti italiani minacciati e sotto scorta e sulle notizie oscurate con la violenza”. Spampinato è redattore per l’agenzia di notizie Ansa e fratello di Giovanni Spampinato, il giornalista ucciso dalla mafia nel 1972. In Italia sono stati uccisi dalla mafia negli ultimi 30 anni 13 giornalisti.

I colleghi sono i primi a colpire alle spalle un reporter minacciato dalla mafia, dice Alberto Spampinato. C’è sempre qualcuno pronto a dimostrare che un giornalista scrive falsità sulla mafia. Ogni volta il giornalista minimizza le conseguenze delle minacce, mettendole in conto a discapito del vantaggio di diventare famosi. Il collega è stato «imprudente», per vanità ha spezzato quel patto silenzioso che consiste nel nascondere certe notizie. Soprattutto nell’Italia meridionale sono ancora numerosi i quotidiani disposti a fare da portavoce ai boss.

«Chiunque scrive di mafia lo fa a proprio rischio e pericolo», dice Alberto Spampinato. Negli ultimi tre anni in Italia sono stati minacciati dalla mafia più di duecento giornalisti, non solo con frasi accese o con velate minacce di morte, ma anche in modo assolutamente legale: con querele per diffamazione e richieste danni astronomiche, tese a intimidire i giornalisti. O, come ritiene il politologo Claudio Riolo, «colpendone uno per educarne cento».

Riolo ripercorre la kafkiana storia processuale degli ultimi 15 anni. Nel 1994 scrisse un articolo per una rivistaantimafia sull’avvocato penalista Francesco Musotto, l’allora Presidente della Provincia di Palermo. Nel processo contro gli autori dell’attentato al magistrato Giovanni Falcone era riuscito a rappresentare contemporaneamente vittima e difensore: da una parte Musotto rappresentava la provincia di Palermo in veste di parte lesa e dall’altra difendeva uno dei boss mafiosi accusati. Lo strano caso dell’avvocato Musotto e Mister Hyde, titolava l’articolo di Riolo. A cinque mesi di distanza dalla pubblicazione Musotto intentò una richiesta danni richiedendo 350.000 euro di risarcimento. Il processo di primo grado durò sei anni, alla fine il politilogo fu dichiarato colpevole e condannato a pagare la somma di 70.000 euro. Nel processo civile, a differenza di quello penale, la sentenza è immediatamente esecutiva. Il giudice dispose quindi il pignoramento del quinto dello stipendio del politologo, pignoramento valido anche per il periodo della sua pensione, che era ormai imminente.

La condanna è stata riconfermata in entrambi i gradi successivi di giudizio e al termine del processo, durato 12 anni, Riolo è stato giudicato colpevole anche in cassazione. Così è successo qualcosa che non ha precedenti: Riolo ha fatto ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo e ha vinto. Nel corso del processo «Riolo contro l’Italia» è stato ritenuto colpevole lo Stato per non aver protetto la libertà di informazione. L’articolo sull’avvocato mafioso non è stato una calunnia, ma piuttosto una libertà di opinione permessa negli stati democratici e dimostrata dai fatti. Nell’ottobre dello scorso anno l’Italia è stata condannata a pagare 72.000 euro di risarcimento. Poichè però il verdetto europeo non annulla quello italiano, ma lo integra soltanto, ora lo Stato italiano deve accollarsi i costi per la presunta calunnia ai danni dell’avvocato dei mafiosi. Scherzi della giustizia. Ma c’è una cosa che nemmeno i giornalisti italiani che si occupano di mafia hanno ancora visto: pagine cancellate in un libro che tratta di mafia. Per questa ragione anche i media italiani hanno parlato diffusamente del fatto che il mio libro Mafia. Von Paten, Pizzerien und falschen Priestern [“Mafia. Di padrini, pizzerie e falsi sacerdoti.”, n.d.t.] in Germania può essere pubblicato solo censurato. Spartaco Pitanti, gastronomo di Erfurt e Antonio Pelle, albergatore di Duisburg, grazie a un provvedimento d’urgenza sono riusciti a fare annerire i passaggi che li riguardano.

«L’autrice cita nomi molto noti, che non soltanto emergono da atti di indagini sia della polizia tedesca che italiana, ma anche da atti giudiziari e da numerose cronache giornalistiche. Se non possiamo parlare di persone sospette la gente dovrà continuare a ignorare il problema, il massacro di Duisburg dovrà passare come un caso isolato della storia di cui ci si dimenticherà in fretta per ricominciare a dedicarsi a discorsi frivoli e a questioni prive di importanza. Speriamo solo di non doverci risvegliare bruscamente.». Questo ha scritto il magistrato nazionale antimafia Vincenzo Macrì nella prefazione al mio libro. Nel frattempo il mio libro è stato pubblicato anche in Italia sotto il titolo Santa Mafia. Uno dei suoi primi lettori è stato Marcello dell’Utri, il senatore di Forza Italia e braccio destro del Presidente del Consiglio italiano Berlusconi, condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Dell’Utri ha immediatamente intentato una causa contro il mio libro.

Poco dopo che le pagine del mio libro in Germania erano state annerite, Jürgen Roth ha pubblicato il suo libro "Mafialand Deutschland". Anche nel suo caso immediatamente dopo la sua pubblicazione è stato emanato una provvedimento d’urgenza. Il cameriere Pasquale Serio, che lavorava a Lipsia, ha imposto tramite il tribunale regionale di Lipsia l’annerimento delle parti che lo riguardavano. E Domenico Giorgi, un ristoratore di Erfurt socio in affari del mio querelante Spartaco Pitanti, nel novembre di quest’anno ha cercato, nello stesso modo, di ottenere una dichiarazione di omissione contro il libro di Roth. Ma è stato tutto inutile, il giudice di Lipsia ha respinto la richiesta.

Questo però non ha impedito all’avvocato di Giorgi di inviare minaccie di ingiunzione a tutte le librerie tedesche minacciando conseguenze giuridiche nel caso in cui il libro di Roth fosse stato esposto alla vendita. Contemporaneamente i due ristoratori Pitanti e Giorgi hanno citato per danni un giornalista del settimanale L’espresso che nel marzo 2009 aveva pubblicato un articolo sulla mafia in Germania. Il loro legale ha fatto richiesta danni per l’ammontare di 518.000 euro per «calunnia in forma particolarmente pesante». Colpirne uno per educarne cento: l’editore si chiederà, se un libro sulla mafia possa o meno essere pubblicato. Il giornalista, nel suo prossimo articolo, si chiederà se fare nomi veri: chi me lo fa fare? [in italiano nel testo orginale, n.d.t.] Chi me lo fa fare? E ancora: come faccio a pagarmi l’avvocato? Francesco Saverio Alessio ha scritto un libro che mette in luce i collegamenti tra la Ndrangheta, la mafia calabrese, la camorra campana e i massoni. Da allora è minacciato, querelato, insultato, intimidito. In occasione di una manifestazione antimafia ha gridato tutta la sua rabbia: «se mi uccidete, voi miserabili pezzi di merda, il nostro libro venderà tre milioni di copie!»

Altri giornalisti si salvano con l’ironia. Giacomo di Girolamo è caporedattore della radio locale RMC 101 di Marsala, là dove la Sicilia arriva vicinissimo all’Africa, dove la luce è brillante e le case sono cubi color ocra. E dove ogni due settimane vengono incendiati un bar, una laboratorio, un negozio, perchè il proprietario non ha pagato il pizzo a sufficienza. Giacomo trova il coraggio di andare a riferire l’accaduto e la sua auto viene danneggiata, ci sputano sopra, la aprono con la forza. Da allora va in bicicletta, tre biciclette gliele hanno già rubate. Una sera si è trovato davanti qualcuno che gli ha farfugliato qualcosa. «Era buio e stava piovendo», racconta il giornalista, «ho capito solo che dovevo dargli retta. Ma non il perché.»

Un’altra volta invece un fotografo omonimo è stato minacciato al telefono, uno scambio di persona. Ultimamente hanno appiccato il fuoco allo studio legale sopra agli studi radiofonici, evidentemente chi ha appiccato l’incendio ha sbagliato piano. «Considerando questo, sembra andare male alla mafia», dice Giacomo di Girolamo. «Tre intimidazioni e nessuna riuscita bene.»

Mette su il primo jingle “Matteo, dove sei?” e annuncia come sempre le ultime notizie su quel boss mafioso Matteo Messina Denaro, che domina la zona di Marsala ed è latitante da 16 anni. Oggi è stato arrestato un clan vicino al boss, costituito da tre ottantenni e due donne. Sul giornale locale il capo della polizia viene complimentato per l’arresto da tutte le personalità della città. «Davvero strano», dice Girolamo, «in un giorno così sembra di essere a una festa di nozze, quando nessuno vuole farsi rimproverare di non aver inviato un telegramma di congratulazioni». Dopodichè annuncia un’intervista con un consigliere comunale, che è assistente regionale alla legalità e, allo stesso tempo, avvocato di un mafioso.
«Qui non posso cambiare niente», dice Girolamo. «Ma io devo raccontare, perchè nessuno possa dire di non aver saputo».

gladio,massoneria,vaticano e banda della magliana...quarant'anni di golpe in Italia

Gladio,massoneria,vaticano e banda della magliana...quarant'anni di golpe in Italia
Questo è il primo di quattro articoli che ho preparato su massoneria e servizi deviati...è molto diverso dagli argomenti che tratto di solito, ma è successo che circa un mese fa mi sono trovato a fare una ricerca su Marcinkus e mi sono trovato in mezzo ad una serie di storie , che partono dall'omicidio Mattei e arrivano ai furbetti del quartierino, in cui compaiono sempre le stesse figure: Gladio, Massoneria, Vaticano e banda della Magliana, vi assicuro che sono una costante, è una cosa inquietante, parleremo, ovviamente un po' alla volta, di Moro e Mattei, di Rosacroce e Vaticano, di una serie di delitti, di logge americane e servizi segreti deviati, di strani collegamenti tra massoneria e Vaticano, quarant'anni di storia italiana in cui il filo conduttore di tutto sono i quattro elementi citati sopra, che, sempre, interagiscono tra loro, formando quasi un unico gruppo.
Cominceremo tracciando una prima descrizione dei vari gruppi, per poi scendere negli eventi in particolare e trarre poi le conclusioni, iniziamo, grazie anche alla sintesi perfetta dell'avvocato Solange Manfredi a trattare l'argomento Gladio:
1. Nascita Gladio.


Era il 1952 quando, grazie ad un patto segreto stipulato tra la CIA e il capo del Servizio informazioni forze armate (Sifar), nasceva l’organizzazione “Stay Behind” (“Gladio”).

La struttura, alle dipendenze dell’Ufficio R del Sifar, era articolata in 40 nuclei, dei quali sei informativi, dieci di sabotaggio, sei di propaganda, sei di evasione e fuga, dodici di guerriglia. Inoltre erano state costituite cinque unità di guerriglia di pronto impiego in regione di particolare interesse.

Una prima domanda sorge spontanea: dove e come venivano reclutati i gladiatori?

“Dirà il magistrato Libero Mancuso: «Il capo della “Gladio” statunitense Mike Sednaoui, vice capo della Cia a Roma, reclutava nella P2: se non si era della P2, difficilmente si dava quella garanzia di affidabilità richiesta.[1]».

Infatti dell’esistenza di questa struttura, proprio perché nata da un accordo segreto (ovvero in una situazione di assoluta illegittimità costituzionale) e non, come invece avrebbe dovuto essere, da un accordo internazionale del Governo e del Parlamento, ne erano a conoscenza solo poche persone. Ovvero: alcuni politici, alcuni ufficiali dei servizi segreti e la massoneria deviata (in logge massoniche collegate con la P2, troviamo anche uomini del calibro di Stefano Boutade, Michele Greco e Pino Mandatari, commercialista di Riina) Solo loro erano a conoscenza della struttura e solo loro, probabilmente, potevano attivarla. Questo per più di 30 anni.

Solo nel 1990, infatti, grazie ad un indagine del giudice Casson (che stava indagando sui depistaggi operati dai carabinieri e dai servizi segreti nell’inchiesta sulla strage di Peteano) si scoprirà dell’esistenza di Gladio.

Scoppia il caso. Andreotti, chiamato a riferire in Parlamento, ammetterà l’esistenza di Gladio affermando che la struttura, formata da 622 unità, aveva lo scopo di difendere l’Italia da una possibile invasione sovietica. Non essendoci mai stata un’occupazione sovietica, la struttura non fu mai attivata e, soprattutto, non avrebbe mai interferito con la vita democratica del Paese.

Il materiale documentale raccolto nel corso delle indagini dal G.I. di Venezia Casson e dai sostituti procuratori militari di Padova, Sergio Dini e Benedetto Roberti, però attesterebbe, in realtà, come fin dalla sua nascita Gladio si sia vista attribuire compiti di interesse nella vita politica interna del paese.

Dal materiale raccolto si evince:

1. come i gladiatori venissero addestrati a tutta una serie di attività terroristiche:

- con finalità intimidatorie (lancio di bombe contro sedi di partito);
- di provocazione, ovvero pestaggi e azioni che facessero degenerare delle manifestazioni pacifiche in scontri con la polizia (ricordate il G8?);
- atti di terrorismo da addossare ad altri.

2. Come la strutturata fosse organizzata su più livelli al fine di poter rendere opportunamente divulgabile alcuni settori in caso di necessità (ovvero di scoperta). Mentre, in posizione occulta e da tenere nascosta ad ogni costo, una struttura più profonda, formata da soggetti i cui nomi dovevano rimanere ignoti (e che tutt’ora in effetti lo sono). La struttura più profonda avrebbe avuto funzioni di turbativa della vita politica nazionale.

Purtroppo le indagini non sono state portate a compimento sia perché come si evince dalla sentenza e dalla perizie del processo Gladio:

“Alla direzione del Sismi si è tentato di cancellare le tracce della plurima attività di “Gladio” provvedendo a distruggere o manipolare i documenti d’archivio. Il magistrato veneziano Felice Casson ha scritto: “Gli archivi dei servizi segreti sono stati debitamente epurati, se non addirittura saccheggiati” [2]. Giuseppe De Lutiis, nella perizia effettuata sui documenti del Sismi sottoposti a sequestro, ha scritto: “..È inoltre da rilevare che nei registri di protocollo si riscontrano una abnorme mole di documenti distrutti col fuoco nei giorni intercorrenti tra il 29 luglio e l’8 agosto 1990, e cioè in concomitanza con l’accesso del giudice Casson al Servizio per la consultazione di documenti (27 luglio 1990) e con le dichiarazioni del presidente del Consiglio Andreotti dinanzi al Parlamento (il 2 agosto alla Camera, e il 3 alla Commissione parlamentare sul terrorismo e le stragi)” [3].


E sia perché, ai magistrati militari Sergio Dini e Benedetto Roberti: “l’inchiesta è stata loro sottratta quando hanno scoperto che l’organizzazione “Gladio” era articolata in più livelli: la parte dei 622 era “il coperchio legittimo, formato essenzialmente da gente in buona fede che ritenevano di operare solo in funzione antinvasione”, ma vi erano livelli più segreti fino al “nocciolo chiave”, “alle azioni “sporche” dei servizi”, un nocciolo attivato “al di là dei compiti istituzionali” [4].

Secondo quanto accertato nelle indagini della Procura militare di Padova, inoltre, intorno a metà degli anni ’80 la struttura Gladio sarebbe stata in un certo modo “riarticolata”, così da poter semiufficializzare parte della struttura (Gladio???), e, contemporaneamente, coprire ulteriormente il livello più occulto (Falange Armata????).

Insomma, come dice il giudice Imposimato:

“Gladio è il segreto della Repubblica. E’ materiale da maneggiare con cura…… una struttura occulta assolutamente incostituzionale avente mani libere per qualunque tipo di azione preventiva”[5].

La domanda da porsi, dunque, è: a quali azioni, preventive e non, ha preso parte Gladio? Ufficialmente a nessuna, non è mai stata attivata. Il problema però è che Gladio compare nelle pagine più buie della storia della nostra Repubblica. Vediamo quali:


2. Omicidio Enrico Mattei

E’ l’8 gennaio 1962. Enrico Mattei, presidente dell’Eni è atteso in Marocco per l’inaugurazione di una raffineria.

Il pilota del suo aereo personale prima della partenza si accorge di una lievissima sfumatura sonora proveniente da uno dei reattori. Cerca la causa dell’anomalia e si accorge di un giravite fissato con del nastro adesivo ad una delle pareti interne del motore: L'episodio, classificato come banale dimenticanza dei tecnici, poteva con ottima probabilità provocare la seguente dinamica: il calore del reattore avrebbe sciolto il nastro, il cacciavite sarebbe finito nel reattore stesso, che sarebbe esploso senza lasciar traccia dell'oggetto, potendo il tutto poi apparire come un normale incidente[6].

Questa, più che una dimenticanza dei tecnici, sembra proprio un lavoro da esperti in sabotaggio, proprio una delle tecniche cui erano esperti i gladiatori.

Quello che è certo è che Gladio era vicinissima al Presidente Mattei. Infatti proprio il capo scorta personale di Mattei, Giulio Paver, apparteneva al nucleo laziale di “Gladio”.

Dello stesso nucleo laziale di Gladio facevano parte anche Armando Degni (che verrà poi inquisito per il tentato golpe borghese), Lucio Grillo e Camillo Grillo. Proprio il sedicente ufficiale dei Carabinieri che di nome, guarda caso, fa proprio Grillo, si presenta, il 27 ottobre 1962, con altre due persone all’aeroporto di Catania per ispezionare l’aereo di Mattei, poco prima del decollo[7]. Sarà l’Ultimo. Poche ore dopo il bireattore esplode in volo. Con Mattei perdono la vita Irnerio Bertuzzi, e il giornalista di “Time Life” William McHale.

Pochi mesi dopo il capo scorta Giulio Paver, appartenente a Gladio, lascia il suo incarico all’Eni. Probabilmente perché il suo compito è terminato.


3. Piano Solo

E’ il 1964. Il Generale massone De Lorenzo, capo del Sifar e, praticamente, fondatore di Gladio, ha predisposto un piano per attuare un vero e proprio colpo di Stato militare nel caso in cui il Governo di centro sinistra (presieduto da Aldo Moro) non ridimensioni le sue istanze riformiste (vedi articolo su questo blog del 06 gennaio 2008).

Il Piano Solo prevede l’occupazione di obiettivi strategici nelle principali città italiane nonché l’arresto di 731 dirigenti comunisti e socialisti, sindacalisti, intellettuali di sinistra e esponenti della sinistra Dc da deportare poi in Sardegna nella base di Capo Marrangiu, ovvero nella base di Gladio.
Sulla vicenda il governo pone il segreto di Stato

4. L’omicidio del Commissario Luigi Calabresi.

Il commissario Luigi Calabresi viene ucciso il 17 maggio del 1972.
Da anni il commissario Calabresi è vittima di una vergognosa campagna stampa diffamatoria che lo vuole responsabile della morte dell’anarchico Pinelli, volato giù dalla finestra della questura di Milano il 15 dicembre 1969.
E’ il 1988 quando, dopo 17 giorni passati, all’insaputa della magistratura, con un colonnello dei Carabinieri, un rapinatore, ex di Lotta continua, Leonardo Marino confessa di aver ucciso, insieme ad Ovidio Bompressi, il Commissario Calabresi per ordine di Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani.
Le motivazioni del gesto sarebbero state quelle di una vendetta proprio per la morte dell’anarchico Pinelli.
I processi che ne seguiranno non solo saranno indiziari ma alcuni corpi di reato risulteranno scomparsi o distrutti (????)

Eppure in pochi hanno sottolineato che:
- quando il Commissario Calabresi fu ucciso stava portando avanti una delicata inchiesta su un traffico di armi di grosse dimensioni tra la svizzera e il veneto;
- dei rapporti del Commissario sulle indagini inerenti il traffico d’armi non si è trovata traccia;
- i principali indiziati del traffico d’armi erano estremisti di destra della cellula veneta (strage di Piazza Fontana);
- una delle prime persone ad essere sospettate dell’omicidio del commissario Calabresi è stato Gianni Nardi, estremista di destra più volte arrestato per detenzione e traffico di armi;
- Gianni Nardi è presente nelle liste Gladio con la sigla 0565;

Ma a chiudere l’indagine circa il coinvolgimento di Nardi nell’omicidio del commissario Calabresi ed il traffico d’armi interverrà la sua presunta morte in un incidente d’auto avvenuto a Palma di Majorca 10 settembre 1976 (Numerose sono le indagini che vedono coinvolte persone legate a Gladio e si concludono con la “morte” dell’indagato)

5. Strage della questura di Milano
E’ il 17 maggio 1973. Gianfranco Bertoli lancia una bomba a mano nel cortile della questura di via Fatebenefratelli a Milano durante l'inaugurazione di una lapide in memoria del commissario Luigi Calabresi. Sono presenti varie autorità tra cui il Ministro dell'Interno Mariano Rumor, obiettivo dell’attentato. Il Ministro Rumor rimane illeso ma la bomba causa 4 morti e 45 feriti.
Immediatamente arrestato Bertoli si dichiara anarchico e afferma che, con il suo gesto, voleva punire il Ministro Rumor per la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli (ancora!!!!)
Peccato però che Bertoli risulti in contatto con Freda (strage di Piazza Fontana), stipendiato dal Sifar fin dai primi anni ‘60 e legato a Gladio con la sigla 0375.


6. Argo 16

E’ il 30 ottobre 1973. Due arabi, Al Tayeb Ali Fergani (alias Atif Busaysu) e Ghassan Ahmed, arrestati per atti di terrorismo ad Ostia, ottengono, su cauzione, la libertà provvisoria e vengono ospitati in un appartamento a disposizione del Sid a Roma (avete letto bene: ospitati in un appartamento del SID).

Il 31 ottobre 1973 i terroristi vengono accompagnati a Ciampino e, sottratti alla giustizia italiana, imbarcati e trasportati segretamente in Libia sull’aereo militare Argo 16, in uso alla struttura segreta Gladio.

Ad accompagnare a casa i terroristi quattro ufficiali del Sid: il colonnello Giovan Battista Minerva, il capitano Antonio Labruna, il colonnello Stefano Giovannone, il tenente colonnello Enrico Dilani. Enrico Milani appartiene all’organizzazione segreta Gladio. Probabilmente né fa parte anche Giovannone.

Sulla vicenda il Governo pone il segreto di Stato.


7. Sequestro Sossi


Il giudice Sossi viene rapito dalle Br il 18 aprile 1974 dalle brigate rosse.
Due i brigatisti che afferrano materialmente Sossi. Uno è Bonavita, l’altro è l’infiltrato nelle Br dell’Ufficio Affari Riservati, Marra detto“Rocco”.

“...Rocco” è un paracadutista, addestratosi in Toscana e in Sardegna all'uso delle armi e degli esplosivi (proprio come gli appartenenti a “Gladio”) che, prima di infiltrarsi nelle Br, si era specializzato nella pratica della “gambizzazione”, un'arte per la quale farà da istruttore ai brigatisti… A differenza di Pisetta, dopo il sequestro Sossi, “Rocco” non venne bruciato…Proseguì alacremente la sua attività nelle Br per conto dell'Ufficio affari riservati; contribuì, per esempio, a preparare l’azione del commando brigatista che il 18 febbraio 1975 riuscì a liberare Renato Curcio detenuto nel carcere di Casale Monferrato “[8]

8. Omicidio Vittorio Occorsio

Il giudice Occorsio, che negli anni aveva indagato sul Golpe Borghese, sul Piano Solo, sullo scandalo Sifar, sulla strage di Piazza Fontana (insomma su tutte le vicende che hanno visto pesantentemente coinvolti i servizi segreti), aveva capito che, probabilmente, dietro a quella lunga scia di sangue vi era un unico comun denominatore e cercava di provarlo.

Nel 1975 Vittorio Occorsio disse al collega Ferdinando Imposimato:
“Molti sequestri avvengono per finanziare attentati o disegni eversivi…. Sono certo che dietro i sequestri ci siano delle organizzazioni massoniche deviate e naturalmente esponenti del mondo politico. Tutto questo rientra nella strategia della tensione: seminare il terrore tra gli italiani per spingerli a chiedere un governo forte, capace di ristabilire l’ordine, dando la colpa di tutto ai rossi…Tu devi cercare i mandanti di coloro che muovono gli autori di decine e decine di sequestri. I cui soldi servono anche a finanziare azioni eversive. I sequestratori spesso non sono che esecutori di disegni che sono invisibili ma concreti. Ricordati che loro agiscono sempre per conto di altri”[9].

“Il 09 luglio 1976, Occorsio viene assassinato. L’autore materiale del suo assassinio è un neofascista, Pierluigi Concutelli, la cui scheda, con l’indicazione della tessera n. 11.070, verrà ritrovata anni dopo da Giovanni Falcone a Palermo, nella sede della Loggia massonica Camea, retta da Michele Barresi e frequentata anche da uomini di Cosa nostra”[10].

“Il 26 dicembre del 1976 l’ingegner Francesco Siniscalchi (affiliato alla Massoneria dal 1951) invia un esposto-denuncia ai magistrati titolari dell’istruttoria per l’omicidio Occorsio: Siniscalchi fornisce alla magistratura notizie e documenti sulla Loggia P2 e sulla sua attività eversiva, e rivela l’oscuro ruolo di Licio Gelli e le “deviazioni” all’interno di Palazzo Giustiniani; per queste sue denunce, Siniscalchi verrà espulso dalla Massoneria”[11]. Gelli avrà la strada spianata.


9. Omicidio Mario Amato

I fascicoli del giudice Vittorio Occorsio vengono ereditati dal collega Mario Amato. Come Occorsio anche Amato capisce che, probabilmente, dietro tutte le sigle terroristiche c’è un’unica regia.

Davanti al CSM il giudice Amato, il 13 giugno 1980, afferma: “sto arrivando alla visione di una verità d'assieme, coinvolgente responsabilità ben più gravi di quelle stesse degli esecutori materiali degli atti criminosi”.
Dieci giorni dopo, il 23 giugno 1980, poche settimane prima della strage di Bologna, il giudice Mario Amato viene ucciso a Roma.

10. Il caso Moro

Come abbiamo visto in articoli precedenti la presenza di Gladio nel caso Moro è imponente. Ricordiamola:

- L'azione militare di via Fani viene definita un “gioiello di perfezione” attuabile solo da uomini super addestrati;

- Le perizie hanno appurato che in via Fani vennero usate anche munizioni di provenienza speciale provenienti da forniture date solo a forze statali militari non convenzionali. Quando, anni dopo, verrano scoperti i depositi “Nasco” della struttura segreta “Gladio” si riscontreranno le stesse caratteristiche nelle munizioni di quei depositi;

- La mattina del 16 marzo alle ore 9 in via Stresa, a circa duecento metri da dove avviene la strage c’è il colonnello del Sismi Camillo Guglielmi, istruttore presso la base di “Gladio” di Capo Marrargiu, dove aveva insegnato ai “gladiatori” le tecniche dell’imboscata;

Ad agevolare la fuga del commando un improvviso black-out interrompe le comunicazioni telefoniche della zona. Circa la vicenda della Sip si legge (Unità dell’11 luglio 1991) in uno scritto di Vladimiro Settimelli :“Una Gladio della Sip allertata il giorno prima del sequestro Moro”;

- La stampatrice modello Ab Dick 360 T (matricola n° 938508) utilizzata dalle Br durante il sequestro Moro per stampare comunicati e altro materiale proveniva dall’Ufficio Rus (Raggruppamento Unità Speciali), ovvero l’ufficio più compartimentato del servizio segreto militare che provvedeva all’addestramento di “Gladio”;

- Da documento della X Divisione Stay Behind (Gladio) del 02 marzo 1978, si evincerebbe come questa fosse a conoscenza del rapimento di Moro ben 14 giorni che questo avvenga;

- l’argomento più spinoso che Moro affronta con i suoi carcerieri – e che non a caso verrà tenuto nascosto ancora per dodici anni dopo la sua morte – riguarda il nervo scoperto (tuttora nodo irrisolto) di Gladio”[12] Eppure le Br che avevano detto “Tutto verrà reso noto al popolo e al movimento rivoluzionario”, non riveleranno nulla degli interrogatori del Presidente della Dc e mentendo spudoratamente sosterranno che dagli stessi non era emerso nulla di importante;

- “Il 24 aprile 1978 (quindi15 giorni prima dell’assassinio di Moro n.d.r.) Infelisi emette alcuni ordini di cattura contro Morucci, Faranda, Gallinari. Gli ordini di cattura verranno bloccati… l’ipotesi è che ci sia stato un indebito intervento del ministro Cossiga per bloccar gli ordini di cattura, tramite il procuratore generale. Dirà Infelici, quasi trent’anni dopo. “Cossiga è stato il solo sottosegretario alla difesa ammesso a conoscere Stay Behind, cioè Gladio" [13];


- Il 16 marzo 1978 Cossiga decide di istituire dei comitati per gestire la crisi che pullulavano di iscritti alla loggia P2. “Oggi è possibile affermare che le strutture volute da Cossiga non solo non assunsero alcuna iniziativa diretta a salvare la vita di Moro, ma ostacolarono le indagini condotte dalla procura di Roma, bruciando le numerose occasioni che si presentarono agli inquirenti per liberare il leader DC e impedendo persino che l’inchiesta giudiziaria sul sequestro del presidente democristiano venisse formalizzata, ossia arrivasse nelle mani dei giudici naturali e logici destinatari”[14].
- “Con il passare degli anni e l’accertamento della verità nel processo sulle stragi e nei vari processi Moro, emerse che il Comitato crisi era un centro di potere di cui facevano parte i vertici di Gladio”[15].

- Per confutare la perizia sulla mitraglietta Skorpion utilizzata per uccidere Moro, Valerio Morucci e Adriana Faranda si sono avvalsi di un perito di parte legato al servizio segreto militare: tale Marco Morin, estremista di destra, appartenente a “Gladio” [16]. La perizia di Morin ha sostenuto che la Skorpion trovata in possesso di Morucci e Faranda non era l’arma che aveva ucciso Moro. Ma quella “perizia di parte” è stata smentita, rimanendo semplice testimonianza di una stranissima “convergenza”.[17]


11. Omicidio Toni De Palo


Il 2 settembre 1980, Graziella De Palo (giornalista di Paese Sera e de L'Astrolabio) e Italo Toni (redattore dell'Agenzia Notizie) vengono rapiti ed uccisi in Libano.

I due giornalisti stavano svolgendo un’inchiesta su:
- il traffico internazionale di armi tra l’OLP e l’Italia (vi sono varie note su società italiane e straniere);
- 5 campi di addestramento palestinesi situati nel sud del Libano nella zona di Tiro e Sidone.
Sulla loro morte l’opera di depistaggio operata dal Generale Giuseppe Santovito, massone iscritto alla loggia P2, direttore del Sismi, e dal Colonnello Giovannone capocentro del SISMI a Beirut dal 1972 al 1981, entrambi legati a Gladio, sarà vergognosa.

I due agenti del Sismi moriranno improvvisamente prima del processo a loro carico.

Il governo, poi, apporrà il segreto di Stato.



12. Omicidio Mauro Rostagno


E’ il 26 settembre del 1988 quando Mauro Rostagno viene ucciso a colpi di fucile.
Dentro la borsa teneva sempre delle registrazioni che non verranno mai più ritrovate.
Sono in molti a ritenere che sui nastri scomparsi vi siano le immagini, filmate di nascosto tra il giugno ed il settembre del 1988, di un traffico di armi che si svolgeva all'aeroporto abbandonato di Kinisia, che è a qualche decina di chilometri da Trapani proprio nelle stessa circoscritta zona in cui operava il centro Scorpione, un centro di Gladio rimasto in gran parte sconosciuto e dotato di un aereo super leggero in grado di volare al di sotto delle apparecchiature radar.

13. Omicidio Li Causi

Vincenzo Li Causi, uomo del Sismi (servizio segreto militare italiano), per un certo tempo attivo presso la struttura di Gladio operante a Trapani (il centro Scorpione) fu ucciso a Balad, in Somalia il 12 novembre 1993, pochi giorni prima di deporre davanti al Pm proprio sul Centro Scorpione.
Richieste di indagini da parte della Procura romana sono state bloccate da due ministri della Giustizia.

Da più persone il maresciallo Li causi viene indicato come l’informatore di Ilaria Alpi la giornalista che, insieme al suo operatore Miran Hrovatin, pochi mesi DOPO (20 marzo 1994) verrà uccisa sempre in Somalia.

14. Cambia il nome?


Dal breve excursus ora fatto si evince come appartenenti alle liste gladio compaiano a 360° nelle vicende più buie della storia italiana, vicende che influenzano grandemente la politica del paese.
Li troviamo “presenti” in:
- tentati colpi di stato;
- sequestri;
- stragi (sia di destra che di sinistra)
- omicidi;
- traffico di armi, ecc…

Li troviamo sempre presenti, ma la loro presenza è sempre dalla parte sbagliata: tirano bombe, fanno i periti di parte di assassini, depistano, mentono, ecc..

Inoltre, nelle vicende in cui troviamo coinvolti gladiatori vi sono anche sempre una serie di costanti: i testimoni muoiono, i magistrati muoiono, le inchieste vengono bloccate, atti e documenti vengono sottratti o distrutti, viene posto il segreto di stato, ecc…

Come abbiamo sottolineato in un precedente articolo di questo blog (dell’11 gennaio 2008) con modalità che troviamo costante, quando i servizi segreti vengono travolti da scandali che neanche l’apposizione del segreto di Stato riesce più ad arginare, il Governo li riforma, ovvero cambia il nome alla struttura ma, nella sostanza, uomini, mezzi e fini restano gli stessi.

Ciò che è lecito domandarsi oggi è se è possibile che per Gladio sia successa la stessa cosa. Ovvero: una volta scoperta la struttura Gladio è possibile che uomini e mezzi siano semplicemente stati “rinominati”? E se si oggi come si chiama la nuova Gladio? Forse Falange armata?

15. La Falange Armata.

Come già sottolineato in un articolo di questo blog (19 gennaio 2008) pochi mesi dopo la scoperta della struttura segreta Gladio sulla scena italiana compare un’altra sigla “strana”: Falange armata. La troviamo:
1991
Il 4 gennaio, a Bologna nel quartiere del Pilastro, vengono uccisi tre carabinieri.
La strage è rivendicata dalla Falange Armata.
Per compiere la strage viene usato un mitra Beretta SC 70 in dotazione soltanto a forze speciali di pronto intervento
Il 3 maggio in una armeria di Bologna vengono uccise tre persone.
La strage è rivendicata dalla Falange Armata.
1992

Febbraio. Craxi, a seguito dei tanti avvisi di garanzia, si dimette da segretario del PSI.
La Falange armata inizia le minacce contro mani pulite.
Il 23 maggio Giovanni Falcone viene ucciso insieme alla moglie ed alla scorta a Capaci.
La strage viene rivendicata dalla Falange Armata.
Sulla collina di Capaci viene trovato un biglietto con il numero di cellulare di un funzionario del Sisde.
Il 19 luglio Paolo Borsellino viene ucciso con alcuni agenti della sua scorta in via d'Amelio a Palermo.
La strage viene rivendicata dalla Falange Armata.
Alle spalle di Via D'Amelio, situato sul Monte Pellegrino, c'è Castel Utveggio.
E' il punto di osservazione migliore perchè si domina perfettamente la vista dell'ingresso dell'abitazione di via D'Amelio.A Castel Utveggio ha sede un ente regionale il C.E.R.I.S.D.I., dietro il quale avrebbe trovato copertura un organo del SISDE.
1993
Marzo. Rogatoria di Di Pietro a Hong Kong sui conti di Craxi e contemporaneo messaggio della Falange armata: "A Di Pietro uccideremo il figlio".
14 maggio esplode una autobomba in via Fauro a Roma. 15 feriti.
La strage viene rivendicata dalla Falange Armata.
27 maggio in Via Dei Georgofili a Firenze esplode una autobomba. 5 morti e 48 feriti.
La strage viene rivendicata dalla Falange Armata.
02 giugno a Roma, in via dei Sabini, a 100 metri da Palazzo Chigi viene scoperta una autobomba.
L'attentato viene rivendicato dalla Falange Armata.
16 settembre La Procura della Repubblica di Roma apre una inchiesta ed individua in 16 ufficiali del SISMI i telefonisti che hanno rivendicato le azioni della Falange Armata.
21 ottobre Attentato a Padova durante la notte contro il palazzo di Giustizia che viene in parte distrutto.
L'attentato viene rivendicato dalla Falange armata.
1994
15 marzo, Di Pietro stringe per la rogatoria a Hong Kong sul bottino di Craxi: la prova che Bettino gestiva il proprio, tramite Giancarlo Troielli, qualche decina di miliardi. Riecco puntuale la Falange armata: "Ammazzeremo Di Pietro".
Giugno. Di Pietro s'imbatte nelle mazzette degli industriali alla Guardia di Finanza. C'è anche la Fininvest. Nuove minacce a Di Pietro dalla Falange armata
Il 17 settembre, nuovo messaggio della Falange armata: "La vita politica e umana di Di Pietro sarà breve e verrà fermata".
1 ottobre. Ancora la Falange Armata: "Di Pietro è cotto a puntino".
Novembre"Di Pietro ha i giorni contati", annuncia la Falange armata.
Il 27 novembre la Falange armata comunica: "Di Pietro è un uomo morto”

Proprio come Gladio, la sigla falange armata la troviamo, negli anni ‘90, impegnata a 360°.
Rivendica di tutto: omicidi, stragi, attentati, ecc...Pare non abbia una particolare “predilezione” né per un obiettivo, né una strategia politica. Compare qua e là…proprio come Gladio.
Visti gli obiettivi, nonché i tempi di esecuzione delle stragi e degli attentati, pare quasi che sia preposta più che altro a condizionare (sarebbe meglio dire destabilizzare) la vita politica del paese.

Ma le analogie con Gladio non finiscono qui.

Infatti, secondo quanto scritto da un ex parà della Folgore: Fabio Piselli (http://fabiopiselli.blogspot.com/2008/05/due-parole-sulla-operazione-falange.html)
La Falange armata non sarebbe una sigla terroristica , ma una:
“..operazione modello, continuata e mai inquinata, compartimentata e soprattutto posta in sonno e mai disattivata…la falange armata era formata da ex operatori della Folgore e dei servizi, reclutati dopo il loro congedo…Omicidi, rapine, attentati, sequestri, introduzione in opere militari e politiche, trafugamento di armi istituzionali, addestramento di civili in attività militari, spionaggio politico e militare, intercettazioni illecite, violazione ed utilizzazione di un segreto d'ufficio, peculato, attentanto alla democrazia ed altro ancora è ciò che l'operazione falange armata ha posto in essere fra il 1985 ed il 1994 attraverso gli operatori attivati, singolarmente o in piccole squadre...”.
Non si sa se quanto scritto da Fabio Piselli sia vero, sarà compito della magistratura accertarlo (sempre che nel frattempo, come già successo, non vengano distrutti i documenti).
Quello che è certo è che le analogie tra Gladio e la Falange Armata sono veramente tante….troppe
Ma forse qualche magistrato ha già capito e forse non è un caso che nel 1996, il procuratore capo della repubblica di Firenze Vigna, abbia affermato, con riferimento specifico alle bombe dell’estate del 1993: “Per diversi collaboratori di giustizia, Totò Riina si sarebbe incontrato con persone più importanti di lui. C’era una strategia che doveva portare a dei colpi all’assetto politico dell’epoca. Ci ha particolarmente colpito la singolarità degli obiettivi che non sono propri di cosa nostra, come le chiese ed i musei. Questo fattore ci ha stimolato ad investigare se al di fuori di Cosa nostra ci fossero stati degli input, tenendo presente che Cosa nostra è un tassello di un più ampio mosaico criminale dove possono concorrere imprenditoria criminale, politici con la “P” maiuscola, logge massoniche deviate[18]”.

Chi ha orecchie per intendere…..

16. Conclusioni.

Probabilmente è, quindi, Gladio (la Gladio militare ???) che sta dietro alla maggioranza dei fatti di sangue irrisolti della nostra Repubblica

Una struttura articolata in 40 nuclei, e strutturata a gradi, o comparti, di cui i più elevati erano sconosciuti anche alla totalità delle istituzioni, compreso – solo per fare un esempio lo stesso Capo Dello Stato.

Struttura non alle dipendenze, quindi, delle nostre istituzioni, ma direttamente della CIA, e dei vertici della P2? Probabilmente si.

Come dire: i vertici della P2 al di sopra dello stato, del governo e del parlamento, con una propria struttura militare? Probabilmente si.
E’ questo che molti chiamano l’”antistato”? Probabilmente si.
Ed è per essersi avvicinati a questa verità, consapevolmente o inconsapevolmente, che hanno perso la vita magistrati, giornalisti, uomini delle istituzioni? E' grazie a questa istituzione che hanno perso le vita centinaia di comuni cittadini, vittime di un disegno sconosciuto anche alla maggioranza dei politici, mentre quei pochi che sanno la verità continuano a parlare di “terrorismo rosso”, “terrorismo nero”… ben sapendo che la realtà è un’altra? Probabilmente si.

Per chi vuole approfondire ecco la bibliografia, adesso torno a dormire, domani sempre verso quest'ora, parleremo della nascita della massoneria, dello sviluppo e degli intrecci con la vita di oggi...se vedemu





[1] Sergio Flamigni, Trame atlantiche, storia della loggia massonica P2, Edizioni Kaos
[2] Sergio Flamini, Convergenze parallele, Edizioni Kaos: Sentenza istruttoria del 10 ottobre 1991, pag. 5.

[3] Giuseppe De Lutiis, Perizia nei procedimenti penali del Tribunale di Bologna n° 219/A/86. Rggi e n° 1329/A/84 Rggi, consegnata il 1° luglio 1994, pag. 3.

[4] Sergio Flamini, Convergenze parallele, Edizioni Kaos: Cs, inchiesta sulle vicende connesse alla “operazione Gladio”, stenografico dell’audizione di Sergio Dini e Benedetto Roberti, pagg. 14-18. Ha dichiarato Roberti: “I 622 erano elementi che all’apparenza non potevano far sorgere dubbi sia per la loro moralità sia per la loro attività e finalità. In realtà l’organizzazione, come è stato appurato, si avvaleva dell’opera anche di elementi ad altri livelli. È soprattutto molto interessante far notare che alcuni manualetti recanti i resoconti di esercitazioni realmente svolte dall’organizzazione “Gladio” rendono chiaro che tale organizzazione, avente certe finalità istituzionali, in realtà perseguiva anche altre finalità di controllo interno del Paese, come chiaramente detto in vari documenti – basta leggerli – affinché certe forze di sinistra non raggiungessero il potere, neanche in via legale, cioè tramite libere elezioni”.

[5] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere, Pg. 139
[6] wikipedia
[7] Sergio Flamini, op cit.
[8] Sergio Flamini, Convergenze parallele, Edizioni Kaos. Interrogato solo nel 1997 Marra ha negato di aver mai fatto parte delle br,
[9] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere , Pg.36
[10] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere, Pg. 37
[11] Sergio Flamigni, Trame atlantiche, storia della loggia massonica P2, Edizioni Kaos
[12] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere, Pg. 137
[13] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere, Pg. 140
[14] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere, Pg. 72
[15] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere, Pg. 140
[16] Sergio Flamini, Convergenze parallele, Edizioni Kaos: Morin è stato autore della perizia sull’esplosivo usato nella strage di Peteano nel 1972 (che uccise tre carabinieri), perizia tendente a dimostrare che quell’esplosivo proveniva da un deposito delle Br, poi clamorosamente smentita dal reo confesso Vincenzo Vinciguerra.

[17] Sergio Flamini, Convergenze parallele, Edizioni Kaos.
[18] Giuseppe De Lutiis, I servizi segreti in Italia, Editori Riuniti, pg. 347