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venerdì 5 marzo 2010

La denuncia di Emergency
Inviato da redazione il Gio, 04/03/2010 - 12:30


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Susan Dabbous
AFGHANISTAN. Nel cuore della zona dei bombardamenti le forze dell’Isaf impediscono sistematicamente e intenzionalmente ai feriti di raggiungere gli ospedali attraverso il blocco delle macchine e delle ambulanze.

«Con 300 milioni di euro avremmo potuto risanare la sanità dell’Afghanistan. Peccato però che nessuno chieda ai contribuenti come spenderebbero i loro soldi». Queste le parole rilasciate a Terra dal chirurgo Gino Strada, leader di Emergency, a poche ore dall’approvazione delle 31 missioni internazionali dei militari italiani alla Camera. Il voto è andato liscio come l’olio. A infrangere l’idillio solo un’interpellanza avanzata da 36 parlamentari del Pd a firma dell’ex ministro della Difesa, Arturo Parisi.

A svegliare i democratici dalla narcolessia sulla questione afgana è stato proprio Strada che domenica scorsa, durante la trasmissione televisiva Che tempo che fa, ha denunciato: «Nel cuore della zona dei bombardamenti le forze dell’Isaf impediscono sistematicamente e intenzionalmente ai feriti di raggiungere gli ospedali attraverso il blocco delle macchine e delle ambulanze».

Nel Sud del Paese dell’oppio, zona delll’ultima operazione Nato, Mushtarak, opera un ospedale di Emergency a Lashkargah. Visto l’ingente numero di feriti, a seguito dei bombardamenti “erronei” delle forze alleate, i sanitari hanno chiesto l’apertura di un corridoio umanitario per permettere ai feriti (per lo più civili) di raggiungere la struttura. «L’appello è rimasto inascoltato - ricorda il chirurgo denunciando veri crimini di guerra. I 36 parlamentari del Pd hanno chiesto al governo di «verificare se» le affermazioni di Strada «corrispondano al vero».

Un gesto, quello del Pd che il chirurgo definisce «un buon segnale. Il problema però - avverte - è che questo non cambierà assolutamente nulla, non verrà aperta nessuna indagine perché è chiara la volontà di questo governo, come di quello precedente, di portare avanti la missione. Dopo 9 anni ci si è accorti di essere in guerra. Non mi sembra un segnale di grande acume». La parola guerra, per l’Italia, resta ancora un tabù. Le nostre sono missioni di pace. «Mi vengano a spiegare allora a cosa servono i Lince, per aiutare le vecchiette? - chiede ironicamente Strada- la verità è che finché ci sarà occupazione la pace sarà impossibile».

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