“ il tuo cristo è ebreo. la tua democrazia greca. il tuo caffè brasiliano. la tua vacanza turca. i tuoi numeri arabi. il tuo alfabeto latino. solo il tuo vicino è straniero." — 1994, manifesto sui muri di Berlino

venerdì 5 febbraio 2010

berlusconeide

Venerdì 5 febbraio 2010 5 05 /02 /2010 20:53

Di camilliadi
Berlusconeide

Mavalà Ghedini ieri sera ad Anno zero ha “chiarito” la provenienza dei flussi di denaro a Milano 2…non è proprio come l’ha raccontata…



Per avviare la sua attività imprenditoriale nel 1961 nel campo dell'edilizia Berlusconi ottenne una fideiussione dalla Banca Rasini, indicata da Michele Sindona e in diversi documenti della magistratura come la principale banca usata dalla mafia al nord per il riciclo di denaro sporco e fra i cui clienti si potevano elencare Totò Riina, Bernardo Provenzano e Pippo Calò[30]. Nella società fondata da lui e Pietro Canali impegnò 30 milioni di lire, provenienti, secondo quando da lui affermato, dalla liquidazione anticipata di suo padre Luigi, procuratore della Banca Rasini. Il resto venne da una fideiussione fornita dalla stessa banca.[31].

Riguardo invece all'origine di alcuni finanziamenti, provenienti da conti svizzeri alla Fininvest negli anni 1975-1978, dalla fondazione all'articolazione in 22 holding (i quali ammontavano a 93,9 miliardi lire dell'epoca)[32] Berlusconi, interrogato in sede giudiziaria dal pubblico ministero Antonio Ingroia, si avvalse della facoltà di non rispondere[33]; così, anche a causa delle leggi svizzere sul segreto bancario, non è stato possibile accedere alle identità dei possessori dei conti cifrati inerenti al flusso di capitali transitato all'epoca e in piena disponibilità della Fininvest.[34]

In particolare alcune delle "piogge di liquidità" contestate a Berlusconi, dal quotidiano la Padania, sono:

* Il 26 settembre 1968, la Edilnord Sas acquistò dal conte Bonzi l'intera area dove Berlusconi avrebbe edificato Milano 2. Berlusconi pagò il terreno 4.250 lire al metro, per un totale di oltre tre miliardi di lire; inoltre nei mesi successivi l'imprenditore edificò un cantiere che costava circa 500 milioni al giorno. All'epoca Berlusconi aveva 32 anni e nessun patrimonio a disposizione suo o della famiglia da cui attingere questa liquidità.[35]
* Il 2 febbraio 1973, Berlusconi fondò la Italcantieri Srl. Il 18 luglio 1975 questa piccola impresa diventò una Spa con un aumento di capitale fino a 500 milioni. In seguito, questa cifra aumentò fino a diventare 2 miliardi e la società emise un prestito obbligazionario per altri due miliardi.[35]
* Il 22 maggio 1974, la Edilnord Centri Residenziali Sas aumentò il capitale sociale fino a 600 milioni di lire. Il 22 luglio 1975, la medesima società eseguì un altro aumento di capitale, passando a due miliardi di lire.[35]
* Nel 1974, Berlusconi acquisì il controllo dell'Immobiliare Romana Paltano, una società con 12 milioni di capitale. L'anno successivo, cambiata la ragione sociale in Cantieri Riuniti Milanesi Spa, il capitale di tale società venne aumentato a 500 milioni e nel 1977 ad un miliardo.[35]
* Il 15 settembre 1977, la società Edilnord Sas cedette alla neo-costituita Milano2 Spa tutto il costruito di Milano 2 più alcune aree ancora da edificare. In pochi giorni il capitale della Milano2 Spa passò da un milione a 500 milioni, per arrivare il 19 luglio 1978 a due miliardi.[35]
* La holding capogruppo Fininvest nacque in due tappe. Il 21 marzo 1975, a Roma, Berlusconi diede vita alla Fininvest Srl con 20 milioni di capitale; l'11 novembre dello stesso anno i 20 milioni divennero 2 miliardi. L'8 giugno 1978 Berlusconi fondò la Finanziaria di Investimento Srl, ancora con 20 milioni di capitale iniziale, ma già il 30 giugno 1978 (solo 22 giorni dopo la fondazione) quei 20 milioni aumentarono a 50 e il 7 dicembre[35] raggiunsero quota 18 miliardi. In seguito le due società si fonderanno.
* Il 4 maggio 1977, a Roma, Berlusconi fondò l'Immobiliare Idra con capitale di un milione di lire. L'anno successivo la società aumentò il capitale sociale a 900 milioni di lire.[35]

Al tempo in cui Luigi Berlusconi era procuratore generale della Banca Rasini, questa entrò in rapporti d'affari con la Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d'amministrazione figuravano Roberto Calvi, Licio Gelli, Michele Sindona e monsignor Paul Marcinkus, responsabile dello IOR (Istituto per le Opere Religiose), di fatto la banca dello Stato della Città del Vaticano. Tutti questi personaggi hanno poi avuto un grosso rilievo nella cronaca giudiziaria. Secondo Sindona e altri collaboratori di giustizia, la Banca Rasini era coinvolta nel riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa (il che spiegherebbe la grossa presenza di finanziatori svizzeri nei primi anni di attività di Berlusconi).[36]( Fonte Wikipedia)

Nel 1999 Francesco Giuffrida, vicedirettore della Banca d'Italia a Palermo, durante il processo Dell'Utri, sostenne (in una consulenza da lui eseguita per conto della Procura di Palermo riguardante la ricostruzione degli apporti finanziari intervenuti alle origini del gruppo Fininvest tra gli anni 1975-1984) che non era possibile identificare la provenienza di alcuni fondi Fininvest del valore di 113 miliardi di lire dell'epoca, in contanti e assegni circolari (corrispondenti a circa trecento milioni di euro odierni).[37] La questione riguardava i sospetti di presunti contributi di capitali mafiosi all'origine della Fininvest.

Querelato per diffamazione da Mediaset, nel 2007 Giuffrida giunse a un accordo transattivo con i legali di questa, per il quale il consulente della Procura ha riconosciuto i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni fornite durante il processo (definite incomplete e parziali a causa della scadenza dei termini di indagine, che non gli avevano permesso di approfondire a sufficienza l'origine di otto transizioni dubbie) e la dichiarazione conseguente che tutte le «operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l'apporto di capitali di provenienza esterna al gruppo Fininvest».[38]

I legali di Giuffrida nel processo per diffamazione hanno comunque emesso una dichiarazione, riportata dall'ANSA, in cui sostengono di essere stati avvertiti solo pochi giorni prima (il 18 luglio) del fatto che i legali Mediaset avevano proposto una transazione al loro assistito, di non condividere né quel primo documento ("una bozza di accordo che gli stessi non hanno condiviso, ritenendo che quanto affermato nel documento non corrispondesse alle reali acquisizioni processuali"), né la versione definitiva leggermente corretta ("non sottoscriveranno non condividendo la ricostruzione dei fatti e le affermazioni in esso contenute").

La perizia di Giuffrida era stata ritenuta dai giudici già al tempo solo basata su "una parziale documentazione", ma era stata ritenuta valida anche in virtù del fatto che non aveva "trovato smentita dal consulente della difesa Dell’Utri", in quanto lo stesso professor Paolo Iovenitti (perito della difesa), davanti alle conclusioni di Giuffrida, aveva ammesso che alcune operazioni erano "potenzialmente non trasparenti" e non aveva "fatto chiarezza sulla vicenda in esame, pur avendo il consulente della difesa la disponibilità di tutta la documentazione esistente presso gli archivi della Fininvest".[39] [40]

Tale ritrattazione, contenuta nell'accordo transattivo raggiunto dai legali Mediaset ed il professor Giuffrida a composizione della controversia instaurata dalla Mediaset stessa per diffamazione, non consente comunque di fare chiarezza sulla provenienza dei capitali del gruppo societario facente capo a Silvio Berlusconi.

Berlusconi, essendo iscritto alla loggia massonica Propaganda 2[41] di Licio Gelli[42] aveva accesso a finanziamenti altrimenti inottenibili: la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2[43], infatti, affermò, nella relazione di maggioranza firmata da Tina Anselmi, che alcuni operatori appartenenti alla Loggia (tra cui Genghini, Fabbri e Berlusconi), trovarono appoggi e finanziamenti presso le banche ai cui vertici risultavano essere personaggi inclusi nelle liste P2 "al di là di ogni merito creditizio"

Berlusconi giura che tutte le transazioni sono trasparenti…
Berlusconi giura "sulla testa" dei suoi figli di non aver mai saputo nulla dei 600 mila dollari ricevuti dall'avvocato inglese David Mills.
Non ho mai avuto rapporti piccanti
con Noemi. Lo giuro sui miei figli»



Berlusconi: "VE LO GIURO SUI MIEI FIGLI: questo decreto non è stato fatto per nessuno della mia nidiata."

Giuro sulla testa dei miei figli che non abbiamo mai pagato tangenti alla Guardia di Finanza»,



Ve lo giuro sui miei 5 figli. Se uscisse fuori anche solo un’ombra della mia colpevolezza mi ritirerei”

“Mai avuto rapporti con lei, lo giuro sui miei figli”( D’Addario)

“Non so nulla delle cose di cui mi accusano,ve lo giuro sulla testa di mio padre…” (Pier Silvio Berlusconi)

Sì è vero, la legge è uguale per tutti, ma per me è più uguale che per gli altri perché mi ha votato la maggioranza degli italiani. (dichiarazioni spontanee al Trib.di Milano, 17/6/2003)

…mala tempora currunt….se vedemu berlusconi_dux.jpg

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